Sconnettiamolo

Abbiamo i nostri problemi, in Italia. Ma anche in America non scherzano. Quando è stato eletto Donald Trump, ho pensato subito che sarebbe stato un problema per il mondo intero. Non riesco ancora a capacitarmi come, la più grande democrazia mondiale, abbia potuto mettersi a capo uno come lui.

Ma bisogna farci i conti. Ora hanno parzialmente chiuso il governo per lo Shutdown, una procedura che avviene nei casi non si riesca a trovare un accordo sulla Legge di bilancio. Vengono sospesi i servizi non essenziali e un quarto dei dipendenti federali vengono messi in aspettativa senza stipendio.

Questo provoca danni all’economia del paese. Ma Trump sembra infischiarsene. Il problema lo ha causato proprio lui. (Guarda caso), con la sua pretesa di ottenere 5.7 miliardi di dollari, per avviare la costruzione del famoso muro.

Vuole erigere un muro d’acciaio al confine col Messico. La sua propaganda antimigratoria, continua.

Con in testa un ridicolo cappellino con la scritta: “Make America great again”, se ne va in giro dicendo che i democratici, che hanno la maggioranza alla Camera, lo stanno sfidando e la colpa di tutto è il loro diniego alle sue richieste.

E pensa, addirittura, di proclamare l’emergenza nazionale.

Credo che abbia ragione, ma la vera emergenza nazionale americana è rappresentanta, non dai migranti che cercano di passare la frontiera, ma da lui. Esattamente da Mr. Donald Trump, detto anche The Donald, beninteso, perché lo si deve distinguere dal più simpatico Donald Duck, alias Paperino, il quale è notoriamente quello che volgarmente verrebbe definito uno “sfigato” di successo.

Mentre il presidente, è un uomo di successo a tutto tondo. Ma ora,con l’inchiesta Russiagate che incombe su di lui come un’ombra funesta, non trova di meglio che proteggersi dietro al muro.Non si sa mai.

Un muro impenetrabile che difenda tutti gli americani (lui in testa) dalle centinaia di migliaia di persone che tentano di passare il confine per cercare una vita migliore, che Trump ha recentemente fatto ingabbiare e dividere tra adulti e bambini con la conseguenza che molte famiglie sono state divise mettendo i bambini in una situazione di disagio veramente crudele.

Ma non gli basta, deve diffondere al megafono, l’idea che sono tutti delinquenti e che sono una minaccia per il paese e che le donne e i bambini, particolarmente, sono messi in costante pericolo da una massa di personaggi inquietanti che attenterebbero alla loro incolumità.

E a chi gli chiede perché insista tanto su questo benedetto muro che costa una marea di soldi e che, forse, non servirà a nulla, lui risponde serafico (o meglio , mefistofelico) che anche le case hanno i muri, i giardini hanno le reti di protezione e che servono a proteggere chi si sta all’interno dai mascalzoni che attentano alla loro incolumità.

La trovo una tesi delirante. Trovo tutta questa faccenda un delirio.

Il presidente Usa ha gravi problemi  a causa delle inchieste in corso che lo riguardano e lui che cosa fa? mette il paese a ferro e fuoco per distrarre l’opinione pubblica dai suoi problemi legali.

Pare che, durante un colloquio con la presidente dei Dem Nancy Pelosi, se ne sia andato dopo aver sbattuto i pugni sul tavolo. Di brutto. Poi, ha raccontato che non è vero, che lui è un tipetto calmo e ragionevole e non sbatte mai i pugni sui tavoli.

Gli credo, si vede, basta guardalo mentre parla ai giornalisti, soprattutto quelli che non gli sono favorevoli: se potesse li incenerirebbe con lo sguardo.

Vedremo come andrà a finire. Noi, dalle nostre parti abbiamo i guai nostri, potremmo dire pure un bel chissene…degli americani.

Ma in un mondo interconnesso come l’atttuale, quello che succede a New York ha conseguenze fino a Canicattì.

A meno che non lo sconnettiamo. Ecco, io, Trump, lo sconnetterei proprio e non solo da Canicattì. Ma da tutto.

3 commenti su “Sconnettiamolo”

  1. ho l’impressione che quella di Trump sia solo invidia e smania di grandezza. Non sopporta che i cinesi sono stati capaci di costruire la famosa Grande Muraglia, lunga più di 21 mila chilometri, unico manufatto che sarebbe visibile dalla luna, patrimonio dell’Unesco, e gli States non siano capaci di costruirne una barriera di circa 3100 chilometri, di cui un migliaio di chilometri già fatte.

    Ma a proposito di muri, ieri ho visto un’opera teatrale che mi è molto piaciuta –La classe, di Vincenzo Manna- ben rappresentata da un gruppo di giovani.
    In una città europea in crisi economica e degrado, peggiorato dalla presenza di un campo profughi –lo Zoo- un gruppo di studenti sospesi dalla scuola per motivi disciplinari, frequentano un corso di riabilitazione.
    Inizialmente il professore, un emigrato di terza generazione, ha vita difficile nello svolgere il suo compito, avversato, deriso e minacciato dai suoi stessi alunni, ognuno affetto da problemi psicologici di disadattamento, che si estrinsecano soprattutto in modi violenti, verso di lui e la gente, odio verso le istituzioni e il campo profughi –lo Zoo- sul quale si concentrano paure irrazionali e accuse ingiuste, fino alla decisione di erigere un muro di protezione nei confronti delle cittadinanza.
    A poco a poco però l’insegnante riesce a fare breccia sui cuori dei suoi alunni, prima descrivendone crudamente i caratteri e ricercandone le cause, dopo, coinvolgendoli in uno concorso a premio che li porta a studiare e conoscere gli atti persecutori , le guerre e i genocidi, che hanno proprio causato l’esodo dai loro Paesi di quelle persone che occupano lo Zoo, e che vivono richiusi in una sorta di gabbia. Alla fine vinceranno il premio, ma qualcuno pagherà di persona l’aver percorso la via delle consapevolezza.

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    • Trump ha predisposto proprio delle gabbie dove ha tenuto per mesi i bambini e anche gli adulti al confine col Messico.
      Ma, per favore Alessandro, vorrei sapere cosa vuoi dire sul finale: con quel “qualcuno pagherà di persona”. Che significa?
      Ma non credo che Trump nutra sentimenti di invidia, ma piuttosto deve dar conto della promessa fatta in campagna elettorale e dopo le Midterms ha le mani legate e non vuole perdere altri consensi, le cose che si cominciano a sapere su di lui e le indagini che riguardano i suoi rapporti con la Russia di Putin cominciano a diventare veramente imbarazzanti.

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  2. “Qualcuno pagherà di persona”

    Mi riferivo al finale, in cui non tutti gli alunni escono bene da quello che ho chiamato “percorso di consapecolezza”, ossia l’aver capito come quei profughi fossero stati vittime di un vero e proprio olocausto.

    Uno di essi, il più facinoroso, rompe col gruopo e scappa, dichiarando tutto il suo odio per quelli dello Zoo; lo segue, sbattendo la porta, un’altra alunna, la sua ragazza. L’indomani si viene a sapere che la ragazza ha tentato il suicidio. Il fidanzato accusa uno dello Zoo, fuggito dal campo, di averla stuprata. Tutti isorgono contro lo Zoo, ma alla fine si scopre che l’accusa è falsa, è solo una immaginazione del fidanzato,
    lo stupro che ha portato la ragazza alla disperazione e tentare il suicidio è l’ennesimo atto di violenza fatto dal padre.

    Ecco cosa intendevo con quella frase.

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