Questa storia che i cinquestelle avrebbero incamerato la “rivolta” è una panzana. Siamo, e non da oggi “sfiniti”, non ne possiamo proprio più, ma noi italiani non siamo francesi. Siamo italiani, abbiamo combattuto le vite (per l’eternità) contro tutto e tutti ed ora che siamo in Democrazia, pur con tutti i problemi, cerchiamo di utilizzare i sistemi democratici, quelli che la democrazia consente e teniamo le “discese in piazza” per dei momenti, soprattutto, di protesta civile dove si possa manifestare anche dissenso, ma senza trascendere.
Bello scassare tutto…certo, facciamo la rivoluzione da popolo affamato, viva la pappa col pomodoro..anche no, grazie, di “rivoluzioni” in Italia ne abbiamo viste di continuo.
La vera rivoluzione sarebbe quella che finalmente smettessimo di essere “rivoluzionari” e che cominciassimo a fare le persone serie.
I Cinquestelle sono “casta”come tutti gli altri e si stanno persino rivelando peggiori, il chè è tutto dire.
Ma siamo in Democrazia, lo ricordo ancora e in democrazia un governo che non fa il proprio dovere si può e si deve cambiare.
Se non va bene si cambia. Come si cambia qualsiasi lavoratore che non fa il proprio dovere.
Cosi funziona.
Questo governo è forse il peggiore che l’Italia per come è messa oggi, avrebbe potuto anche solo sospettare di avere e potrebbe persino peggiorare. Che gli elettori ci siano “cascati” non meraglia dati i continui lavaggi di cervello che hanno fatto per anni i “rivoluzionari” a cinque stelle che volevano entrare in Parlamento a tutti i costi e ci sono riusciti. Ma per fare che cosa? oramai è chiaro: quello che hanno sempre fatto tutti: vivacchiare il meglio possibile sulle nostre spalle. Eh, no, grazie, io di gente sulle mie spalle ne ho tenuta anche troppa, scendere please.
Un prossimo governo qualunque esso sia( ma il più probabile è quello formato da Lega e Forza Italia e altre piccole forze di destra più qualcuno a fare da centrino), non potrebbe mai fare più danni di questo, ma potrebbe sempre fare anche peggio. E’ nell’ordine delle cose. Ma questo non significa che dobbiamo per forza tenerci questo per paura del peggio. Abbiamo sempre lo strumento delle elezioni e altri consentiti dalla democrazia e cioè: mandarli a casa il più presto possibile.
Ma dobbiamo tenere sempre la democrazia come faro, altrimenti siamo fregati.
Non siamo francesi, ogni popolo, ha le sue caratteristiche e reagisce a modo suo, ed è anche difficile trovare analogie perché le condizioni non sono mai le stesse.
In Francia lo protesta s’è rivolta contro un governo che in breve tempo ha perso lustro e ha deluso le aspettative, ed è sfociata sulla piazza, sotto forma di guerriglia urbana, in seguito a provvedimenti che avrebbero colpito la classi meno abbienti.
Adesso va scemando, mentre il governo, indebolito, sta cercando di gestire la protesta con misure concrete. Non si sa se ce la farà.
La protesta in Italia è stata invece incanalata nei due partiti che hanno saputo abilmente sfruttarla con premesse demagogiche, grazie anche alla sordità della vecchia politica. Raggiunto il potere, presto l’impalcatura su cui si regge si sta dimostrando fasulla.
Come finirà non è dato sapere, ma se le opposizioni tarderanno ancora ad organizzarsi, il pericolo di cadere in un regime populista, dove la democrazia è solo un’apparenza, è grande.