Renzi dice: vado a vivere da solo e cerca casa. Quella al Largo del Nazareno è troppo affollata, non fa più per lui. E il verso del gufo, dice, non gli viene bene.
Ha bisogno dei suoi spazi, ormai il divorzio dal Pd è solo questione di tempo. Aspetta solo di vedere se alle prossime primarie vincerà Zingaretti, allora la decisione diventerebbe irrevocabile. Ma dovesse vincere Martina, che Renzi è in grado di mangiarsi in un sol boccone, allora la partita potrebbe riaprirsi.
Comunque l’opposizione è in fermento come uno yoghurt scaduto.
Non fosse per Forza Italia che ogni tanto si fa sentire, sembrerebbe proprio inesistente. da sinistra non si ode nessuno squillo, solo qualche belato ogni tanto. Solo ogni tanto si sente il cronch cronch dei pop corn.
Il nome del prossimo partito Renzi lo sta studiando, potrebbe essere FR (Forza Renzi). Oppure anche VR (Vai Renzi), oppure SR (Si Renzi). La fantasia non gli difetta.
E’ un fenomeno, non si rassegna,la politica è la sua vita. Gli viene cosi facile, gli si adatta è fatta per lui e lui per lei. Come si può chiedere ad un simile animale politico di rinunciarvi? Di adattarsi a fare il passaparola, di eseguire ordini, di attenersi alla disciplina di partito? Piuttosto si autorottama.
E poi, lui non ama più le correnti e soprattutto non vuole fare il Mangiafuoco della situazione.
Se se ne esce, se ne va da solo e chi lo ama non lo segua, dice, farebbe solo confusione, no Boschi (troppo figlia di papy), no Gozi, no Lotti, no Martina…no (Pd) party.
Lui, da solo. Renzi contro tutti: Napoleone gli fa un baffo. Waterloo può attendere.
Non so perché, ma la storia di Renzi mi ha richiamato la nota ballata del Prode Anselmo.
Passa un giorno, passa l’altro
Mai non torna il prode Anselmo,
Perché egli era molto scaltro
Andò in guerra e mise l’elmo…
Mise l’elmo sulla testa
Per non farsi troppo mal
E partì la lancia in resta
A cavallo d’un caval.
La sua bella che abbracciollo
Gli dié un bacio e disse: Va!
E poneagli ad armacollo
La fiaschetta del mistrà.
Poi, donatogli un anello
Sacro pegno di sua fe’,
Gli metteva nel fardello
Fin le pezze per i pié.
Fu alle nove di mattina
Che l’Anselmo uscia bel, bel,
Per andar in Palestina
A conquidere l’Avel.
Né per vie ferrate andava
Come in oggi col vapor,
A quei tempi si ferrava
Non la via ma il viaggiator,
La cravatta in fer battuto
E in ottone avea il gilé,
Ei viaggiava, è ver, seduto
Ma il cavallo andava a pié,
Da quel dì non fe’ che andare.
Andar sempre, andare, andar…
Quando a pié d’un casolare
Vide un lago, ed era il mar!
Sospettollo… e impensierito
Saviamente si fermò.
Poi chinossi, e con un dito
A buon conto l’assaggiò.
Come fu sul bastimento,
Ben gli venne il mal di mar
Ma l’Anselmo in un momento
Mise fuori il desinar.
La città di Costantino
nello scorgerlo tremò
brandir volle il bicchierino
ma il Corano lo vietò.
Il Sultano in tal frangente
Mandò il palo ad aguzzar,
Ma l’Anselmo previdente
Fin le brache avea d’acciar.
Pipe, sciabole, tappeti,
Mezze lune, jatagan
Odalische, minareti
Già imballati avea il Sultan.
Quando presso ai Salamini
Sete ria incominciò
E l’Anselmo coi più fini
Prese l’elmo, e a bere andò.
Ma nell’elmo, il crederete?
C’era in fondo un forellin
E in tre dì morì di sete
Senza accorgersi il tapin
Passa un giorno, passa l’altro
Mai non torna il guerrier
Perché egli era molto scaltro
Andò in guerra col cimier.
Col cimiero sulla testa,
Ma sul fondo non guardò
E così gli avvenne questa
Che mai più non ritornò.
Mi sembra davvero azzeccata. Una delle filastrocche che amo di più!
Be’, questa mi pare più calzante:
Passa un giorno, passa l’altro
Mai non viene il prode Renzi,
Sbertucciato, se non altro,
Checché dica e checché pensi
Smise l’elmo dalla testa
Prende colpi che fan mal
Niente fasti, niente festa
Niente birra, né cavial.
Si, va bene, questo è giusto
però quanta festa ha fatto?
quando era il prode Renzi
non usava certo il tatto.
Se non mi ricordo male
lui è quel tale che quel di
disse al premier ch’era Letta
presto,togliti di li.
Eh, mio caro prode Renzi
chi fa l’aspetti sempre
tardi o tosto a tutti tocca
di dover serrar la bocca.
Tra cotanta poesia
Non potrà mancar la mia:
Passa un giorno dopo l’altro
Renzi il prode tornerà
Lui sarà sempre il più scaltro
Le primarie non farà,
Zitto e senza far casini
con la sua genialità
Dima prima, poi Salvini
al tappeto stenderà
Perbacco che gara…e allora ecco la replica:
Tante ne dice e ne fa
io non credo una parola
sa parlare molto bene
ma si è dimostrato un sòla.
E perciò cari signori
fate pure il vostro omaggio
ma a mostrare ancor la faccia
gli ci vuole un bel coraggio!
belle ‘ste filistrocche ma non è che la suonate e cantate un poco?
Tutti d’accordo qui?siete un caso più unico che raro.
Cmq io al pd ormai non do più nessun credito ,mi hanno stancato tutti, non saprei cosa votare, ora come ora, ma le contorsioni di Martina, Renzi, e co. mi hanno veramente nauseato. Ci sarà qulche brava persona non dico ma guardate Renzi dove ci ha portato, un blablabla costante e continuo e poi ? Ecco il risultato: che al governo ci stanno i populisti dello zero virgola, del deficit, del debito e …che li porti, insomma ancora dopo sei mesi non si vede chiaro.
si, hai ragione, forse un po’ ce la cantiamo e suoniamo, come dici, ma perché non porti qualche amico/amica? Qui le porte sono aperte.
In quanto al PD sono d’accordo ci ha deluso parecchio, ma le persone sono quelle che sono con i loro difetti, non possiamo pretendere che siano perfette,
nessuno lo è e nemmeno è auspicabile che lo sia, meglio un politico “difettoso” che uno spocchioso e convinto di essere l’unico al mondo.