Navigando

Non è un’idea tanto innovativa, quella che Luigi Di Maio ha lanciato da Vespa: il Navigator.

Si traduce in: consulente del lavoro, traffichino, intromettitore, sensale, public eye, detective pubblico, persona informata sui fatti (privati) di un disoccupato redditato o meglio, foraggiato dallo stato.

Esistono da una vita ma non si chiamano navigator ma in mille altri modi e non tutti di cui farsi vanto. Insomma una “nuova” figura professionale che ne compendia di antiche.

Sarebbe questa l’ideona per regolamentare il reddito di cittadinanza che i grillini  stanno cercando di avviare tra mille difficoltà?

Uno che ti sta col fiato sul collo, che ti controlla, che ti spia, che riferisce se tu che prendi questi soldi dallo stato te li meriti rientrando nelle prerogative richieste per ottenerlo e seguendo  il  sacro protocollo, o se te ne stai allungato sul divano a girarti i pollici. E che ti segue in tutte le spese che fai e ti dice: questo si e questo no?

Non lo hanno certo inventato i grillini ( pare con l’aiuto di un certo professor Mimmo Parisi di un’università del Mississippi, non a caso italiano), possiamo “vantarci” di essere tra i primi traffichini al mondo e non credo che un napoletano possa smentirmi essendo Napoli la culla della famosa arte che ci invidiano (si fa per dire) in tutto il mondo: “arrangiarsi”.

E questo dice ora il governo: non abbiamo soldi, dobbiamo arrangiarci inventandoci nuovi ostacoli all’organizzazione che serve a sganciare questi soldi che in tanti aspettano e, purtroppo, credo, aspetteranno ancora per un bel pezzo. Farebbero meglio a dirlo chiaramente: non abbiamo soldi, la UE ci tampina, lo spread sale, i mercati ci stanno col fiato sul collo, ci abbiamo provato ma non è cosa.( E questo suggerimento deve essere arrivato dai tanti navigators, pagati dallo stato, che lavorano nel think tank del ministro del Lavoro. Devono pur guadagnarsi il lauto stipendio).

Ma non lo possono certo dire, ne andrebbe dello loro credibilità che è già appannata da tutte queste manovre sulla manovra ancora in manovra.

Non è certo di navigatori o di naviganti o navigati che l’Italia ha bisogno. Ha bisogno di persone serie che dicano e facciano cose serie e che non prendano in giro gli italiani con questi escamotages da repubblica delle noci di cocco dove l’unico mestiere che prospera è il bookmaker.

 

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