Sostiene Conte, che sta per fare alla Ue una proposta che non può rifiutare. Determinato a portare a casa il risultato di evitare la procedura di infrazione ma, allo stesso tempo, di mantenere le promesse che il “suo” (si fa per dire) governo, ha fatto agli italiani. Come farà? Gli chiedono. Quali carte pensa di abbassare per vincere questa delicata partita?
Conte non le svela, se le tiene ancora ben coperte, ma, dice, non sarà soddisfatto fino a che non arriverà ad ottenere il massimo per il bene del paese.
Mi è venuto in mente Mick Jagger. Lo so, il parallelo non calza. E che c’entra la scanzonata, irriverente, immarcescibile rock star, con la figura dai contorni paleo democristiani del premier italiano?
Mi piaceva immaginarlo mentre canta: “I can get no satisfaction”. L’ho immaginato vestito alla Jagger con camicia luccicante aperta sul petto glabro e pantalone di due misure più stretto, mentre si dimena sul palco del G20. Ci farebbe un figurone. Ci scommetto.
Scherzi a parte, ormai è tutto nelle sue mani, la salvezza dell’Italia e del governo è appesa al suo potere negoziale.
Immagino debba sentirsi in cima al mondo. I due burberi e pretenziosi ministri, suoi vice, si sono affidati a lui. Eh, già, mica scemi: se non riesce, la faccia la perde lui, se porta a casa qualcosa diranno che è stata la vittoria della tenacia e della forza espressa dal “lavoro d’equipe”.
Ma la faccia la stanno perdendo tutti e tre ( anzi quattro con Tria) . Il governo è stato poco credibile fin dal primo minuto, adesso, per credergli bisogna fare un atto di fede.
La resa, quasi totale sulla manovra economica è palese. E non mi vengano a dire che riusciranno a fare le pentole e anche i coperchi perché non ci credo: li voglio proprio vedere alla resa dei conti. (Ammesso che ci arrivino).
E neppure mi dicano che sono stati osteggiati dai “poteri forti”, la verità è che hanno mentito agli italiani e non possono che continuare a raccontare bubbole.
Il governo del cambiamento si sta dimostrando un arnese da antiquariato. Conte non se n’è accorto, ma il naso gli sta crescendo ogni giorno di più.
Ma lui mi direbbe che fa curriculum.
Eccolo, in versione scatenata e “pallonara”:
A me veramente sembra di più questo:
Hai delineato un bozzetto di Conte veramente divertente,
“dai contorni paleo democristiani”, “vestito alla Jagger con camicia luccicante aperta sul petto glabro e pantalone di due misure più stretto”.
A me ricorda pure il famoso attore americano Alan Ladd, altezza non siderale, con quel ciuffo ribelle sulla fronte e l’espressione “un po’ così”, insomma, o lo capisci o lo capisci.
Insieme agli altri tre, si attaglia loro pure quei famoso quartetto Cetra, quello che cantava
“Nella vecchia fattoria, ia ia oh! che fa anche rima con Tria.
Però dovesse riuscire nella “missione impossibile” con la Ue, l’appellativo di Mandrake non glieo negherebbe nessuno, già lo vedi, baffetti, cappello a cilindro, guanti bianchi e ampio mantello.
L’aiutante Lothar potrebbero farlo a turno i suoi due vice.
E si, Conte è rock, Gentiloni è lento,
cacciare i negher è rock, accoglierli è lento,
sforare col debito è rock, ridurlo è lento,
sparare c… è rock, riflettere prima di parlare è lento,
armarsi contro i ladri è rock, prevenire i furti è lento,
dare addosso all’Ue è rock, la spread è lento,
Toninelli e rock, la Tav è lenta,
Salvini è rock, Spataro è lento,
Minniti era rock, ora è lento,
Renzi era rock, ora e rock’n roll.
Renzi era rock? Mai stato rock it was just an illusion! E DiMiao? Lui è uno slow-blues-sincopato, Five balls movement.