“Italia sì, Italia no, Italia gnamme, se famo du spaghi”,
Famosissimo ritornello di “La terra dei cachi” di Elio e le Storie tese.
Ed è tesissima la storia tra i due partner di governo: Lega e Cinquestelle.
La terra dei fuochi è la materia del contendere attuale, da giorni Salvini insiste sulla costruzione di inceneritori in Campania. Dice, il vicepremier, per mettere fine alla vergognosa piaga degli incendi di rifiuti nel napoletano e casertano.
Ma DiMaio (come al solito) dice no. Gli inceneritori (o termovalorizzatori) inquinano, ci vuole il “modello Treviso” quello stabilito dal Contratto (Vangelo) siglato da entrabi 6 mesi fa. E poi gli inceneritori sono come le vecchie cabine telefoniche: vintage, insiste DiMaio.
Italia si Italia no, infatti. Lega dice si (agli inceneritori) mentre Mov. Cinquestelle dice no! Piani opposti.Ma Conte dice che troveranno una soluzione condivisa. La voglio proprio vedere questa condivisione. Conte è un ottimista, per lui tutte le questioni si possono dirimere con un poco di zucchero e “la pillola va giù”. Si sente tanto Conte Poppins.
L’ambientalismo è la quinta stella dei grillini, ma, sinora si è dimostrata un po’ offuscata. Hanno scoperto che tra il dire e il fare,( sempre in modo un po’ vintage), c’è di mezzo il mare.
E allora? Allora i grillini vogliono, pretendono che i comuni del sud diventino ricicloni quanto quelli del nord, del Veneto in particolare, dove il modello Treviso comporta l’85% di raccolta differenziata. Tra le più alte d’Italia se non d’Europa.
Invece Salvini, contravvenendo al contratto a suo tempo firmato, vorrebbe costruire inceneritori.
E perché Salvini si improvvisa ministro dell’Ambiente d’un tratto?
Ci sarebbe da rifletterci. Io ho la mia idea, la dico ma declino. Vuole ancora per l’ennesima volta attirare l’attenzione su di sé come uomo del fare (tanto caro alle destre) e puntualizzare, invece, le posizioni ideologiche per nulla pragmatiche dei Cinquestelle.
Più in soldoni: Salvini fa(rebbe), DiMaio aspetta che i tempi siano maturi per procedere…a non fare nulla.
Ho l’impressione che stiamo entrambi ciurlando nel famoso manico (vintage) e che presto una valanga di immondizia (virtuale) li travolgerà.
Il problema dei roghi nella terra dei fuochi è un problema annoso e molto serio.
Come tale va trattato. Sembra molto pragmatica la posizione di Salvini e meno attuabile quella di DiMaio.
E se avessero ragione entrambi?
Beh, allora forza ragazzi, non fate che tra i due litiganti, il terzo (il popolo) soffra. Ne abbiamo già fatto una raccolta indifferenziata delle vostre beghe. E non sappiamo già come smaltirla.
Trovate la quadra: inceneritela. E datevi una smossa, il paese non può attendere (che vi mettiate d’accordo).
Il problema dei rifiuti dovrebbe essere seriamente affrontato con l’approntamento di un piano guida generale, e con la ferrea volontà di attuarlo da parte dello Stato e degli enti locali.
È necessario oltre che per l’ovvia necessità di non essere sommersi dalla spazzatura, per motivi di igiene e per salvaguardare la salute della popolazione. Ma anche per stroncare il malaffare che fiorisce attorno a questo problema, se lo Stato e le amministrazioni locali latitano.
Giustamente tu citi il modello di Treviso, ossia raccolta differenziata spinta, massimizzazione del ricicli e del riuso, sfruttamento dell’umido per generare energie elettrica e minimizzazione delle scorie nocive.
L’ipotesi più ottimistica di questo nuovo diverbio, Salvini-Di Maio, è che il leghista abbia voluto dare una scossa all’inerzia di Di Maio affinché il problema venga affrontato.
L’ipotesi pessimistica è che Salvini sia veramente incompetente nella materia, e che Di Maio sia incapace di decisioni a lunga scadenza non vedendone l’immediato vantaggio.
Ma coraggio, vedrete che Conte farà da trade union (giustificando la sua funzione a molti ancira incomprensibile) i due si rappacificheranno, ma il problema della terra dei fuochi forse lo risolveranno i pompieri.
Si, DiMaio vuole il modello Treviso, mentre Salvini vuole il foto modello Salvini.
L’ho visto in smoking stasera in Tv, ormai il suo narcisismo non ha limiti. E siamo solo all’inizio.
Oggi è una giornata storica: è nato il protocollo di Caivano.