La descrivono “lucida e tranquillla, l’infermiera che ha ucciso i suoi due figli e poi si è uccisa, in Val d’Aosta.
Mi è subito venuta in mente la Franzoni, della quale non si sono mai trovate prove certe di colpevolezza.
Una donna che uccide lucidamente e tranquillamente i propri figli non può essere considerata “normale”. Tranquilla lo sarà pure stata, lucida ne dubito molto.
Il marito si è trovato davanti ad una scena raccapricciante, quando è rientrato. Tanto da dover ricorrere alle cure dei sanitari. Ci credo. E’ difficile capire come possa continuare la sua vita dopo una simile esperienza.
Alcuni hanno un destino terribile che li attende. Dietro alla porta di casa, in una giornata come un’altra c’era quella tragedia immane. Lei è morta, lui deve portarsi con sé tutta la vita quello choc, molto difficile da superare.
I giornali riportano che lei ha lasciato scritto: ” Mi hai tolto il sorriso, ora soffri tu”.Ma per quanto una possa soffrire per le eventuali mancanze di un compagno (tutte da dimostrare), mi risulta al di la dell’ umana comprensione un atto simile. La frase “ora soffri tu”, però significa che lei si voleva vendicare di qualcosa. E quale peggiore vendetta che uccidere due bambini in quel modo e lasciare il vuoto a testimonianza di ciò che era e non è più per sua precisa volontà.
Dicono gli psichiatri che qualche volta le madri o anche i padri, si sentono in tutto e per tutto “padroni” dei figli e pensano di poterli sopprimere perché credono che dare la vita o toglierla sia la medesima cosa.
Chiaramente è una follia. La donna non era certamente “lucida” ma, secondo me, covava una latente follia che non era mai venuta alla luce fino a quel tragico giorno. E, certamente, i colleghi hano tremato al pensiero che avrebbe anche potuto compiere lo stesso orrendo gesto nei confronti di qualche paziente. La sua follia si è “sfogata ” sui figli ma avrebbe anche potuto prendere strade diverse.
Non si conoscono mai abbastanza le persone per giudicarle “sane ” o “malate”. Ci sono comportamenti che sconfinano nella pazzia e possono provocare delle tragedie e comportamenti considerati “anomali” o quantomeno “originali” o “eccessivi”, i quali , però, sono molto meno pericolosi di quelli che passano per “lucidi e tranquilli”.
E dovremmo astenerci da dare definizioni o attribuire etichette alle persone. Sono imprevedibili ed è quasi impossibile leggere i segnali di azioni cosi estreme. L’unica cosa che possiamo fare è averne una grande pietà e sperare che i sopravvissuti a queste tragedie trovino il coraggio per continuare a vivere.
Ce ne vuole davvero tanto.
Ci sono comportamenti umani che paiono inconcepibili, talmente urtano il sentimento, la morale, gli affetti, la razionalità delle persone.
Eppure avvengono, e ogni volta l’uomo comune resta sbigottito, gli psicologi e i criminologi cercano di dare spiegazioni, ma intanto qualcuno non c’è più, e chi rimane non avrà più una vita come prima.
In genere agiscono motivi psicologici seppelliti nell’inconsio che emergono, sotto la spinta di cause occasionali.
Non conosco bene (e credo nessuno potrà mai saperlo con certezza) i motivi che hanno spinto la donna a quel gesto estremo, un rapporto familiare deteriorato, un moto di gelosia, un desiderio di vendetta, dispersione… certo è che è successo e mi sovviene che già nel mito greco è contemplato un simile atto “contro natura”, nel mito di Medea
Il personaggio mitologico, ripreso dalla fantasia di Ovidio, che ispirò a Euripide uno dei suoi drammi più intensi, e ai nostri giorni un noto film di Pasolini, per amore di Giasone e per ambizione non esita a commettere delitti efferati, finché abbandonata dall’eroe greco, allettato dal trono regale offertigli dal padre, per gelosia e per vendetta concepisce il delitto più terribile e innaturale per una madre, l’uccisione dei due figlioli.
A Boissano nel Savonese, un uomo ha uccuso la moglie peruviana. Erano sposati da dieci anni, avevano due figli.
Altro, ennesimo delitto nell’ambito familiare!