Il ministro Toninelli ha alzato il pugno chiuso, al Senato, durante la votazione sul decreto Genova in segno di vittoria. Ne è nata una bagarre. La presidente Casellati ha inveito furiosamente stigmatizzando il comportamento del ministro e Anna Maria Bernini dai banchi di Forza Italia ha urlato in direzione di Toninellli: “non venga mai più in aula ad alzare il pugno, non glielo permetteremo”.
La presidente ha anche ammonito severamente l’aula per il comportamento poco dignitoso ed ha invitato tutti ad un comportamento più corretto. A queste parole hanno applaudito in tanti compreso lo stesso Toninelli che era stato appena redarguito per quel suo gesto “rivoluzionario”.
Scene penose. Il pugno chiuso, sostanzialmente un simbolo del comunismo, anche se è stato usato anche da estremisti di destra, è evidentemente, un segnale liberatorio. Quello di Toninelli voleva simboleggiare che ce l’aveva fatta a far passare il Decreto Genova, che i genovesi attendono da tre mesi e che era stato molto osteggiato persino da rappresentanti dei Cinquestelle.
Perché dentro a quel decreto, c’è il vergognoso condono per Ischia. Cosa c’entri Ischia con Genova non si capisce. Ce l’hanno infilato i grillini sperando che passasse inosservato. Poverini, da quando governano hanno scoperto un mondo, hanno toccato con mano una realtà di cui non avevano idea.
L’ambientalismo tanto sbandierato si è imborghesito, politicizzato, inquadrato e svilito dalla scoperta della dura realtà. Devono aver pensato che non potevano essere loro quei fessi che ordinavano di abbattere le case abusive in attesa da venti anni che qualcuno decida di decidersi a far rispettare la legge. Proprio i paladini della legalità infilano un condono per le case abusive in un decreto per sistemare i danni causati dal crollo del ponte Morandi. Ha dell’assurdo. Ma ha la sua logica in vista delle prossime elezioni. Tutte le azioni del governo ci stanno girando intorno.
Aspettiamoci di tutto. Soprattutto dai Cinquestelle che si stano rivelando (non mi sorprende affatto) i peggiori nemici di se stessi. Servono altri pop-corn per il Pd. L’opposizione può riposarsi: si stanno suicidando senza bisogno di istigarli.
Mariagrazia,
Toninelli dovrebbe sapere che è ministro dello Stato, non della sua cerchia di partito o della maggioranza che sostiene il Governo.
Esultare(pugno o balcone) in dispregio dell’opposizione, come se questa fosse un nemico da sconfiggere, non è proprio da statista.
Ma non è la prima volta che dimostra di non aver bene inteso l’essenza del suo ruolo.
A dire la verità sembra sempre uno paracadutato da Marte con quello sguardo fisso verso un punto indefinito.
E comunque quel ministero richiede la massima competenza che cosa ne possa sapere uno che nella vita ha fatto l’assicuratore…
Ho letto che dalle ultime perizie il ponte di Genova aveva già dato prove di essere pronto a collassare gia 24 ore prima del crollo. Se dopo i tanti segnali di pericolo lanciati da tante parti, al ministero avessero pensato di monitorarlo, quella povera gente sarebbe ancora viva.
So che sembra stupido dirlo perché si pensa sempre ad una tragica fatalità, ma anche se lui era solo da poco in quel posto, avrebbe dovuto, secondo me, attenzionare i punti più critici anche perché erano anni che si pensava all’alternativa della Gronda che i grillini hanno sempre osteggiato e lui, da grillino, avrebbe dovuto saperlo. Lo stesso avrebbe dovuto fare DelRio, ma lui, se non sbaglio, aveva dato l’avvio alle opere di manutenzione, quindi qualcosa bolliva già in pentola. Ed uno nuovo che subentra in un posto cosi delicato, avrebbe dovuto avere tutte le bandierine in evidenza.
Ma da come si comporta, ho l’impressione che gli ci vorrà ancora molto tempo per capire che ha la responsabilità della sicurezza della viabilità del paese.
Intanto pensa ad ordinare ancora indagini costi – benefici solo per perdere tempo prezioso.
Certo che l’Italia ha fatto un bell’affare a mettere l’incompetenza al governo.
Toninelli “ il fuori tutto” fuori tempo perché il comunismo è finito da un pezzo e il pugno chiuso era il simbolo e il saluto tra i compagni di partito . Fuori luogo perché un Ministro della repubblica non esulta come fosse allo stadio a tifare per la propria squadra .Fuori contesto dove la tragedia di Genova e il ricordo delle vittime innocenti è ancora vivo in tutti noi . Fuori ruolo ,come primo responsabile delle infrastrutture ,anche se da poco tempo , sarebbe stato auspicabile un rispettoso silenzio
Sono d’accordo. E’ proprio “fuori”.Ma mi sa che il panettone, il governo, non lo mangia.