In questi giorni mi viene sempre più spesso in mente Pinocchio, magnifica intuizione di uno scrittore noto soprattutto per questo splendido esempio di letteratura per bambini e per bambini cresciuti.
Come dimenticarci l’infanzia? Allora dicevamo bugie per nascondere la voglia di autonomia e indipendenza ora, da adulti (ammesso e non concesso) sappiamo di dover dire sempre la verità, tutta la verità e niente altro che la verità.
Acchi? Direbbe Totò. mai come in questi tempi postmoderni e post storici e post …e basta, la verità è un optional per fuoriserie.
E diciamoci la verità, (forse), chi vorrebbe un politico fuoriserie? Molto meglio cercarli tra quelli di serie, ne abbiamo molti di più a disposizione.
E li scegliamo e li vogliamo Pinocchi dentro, fino nel profondo.
Soddisfano la nostra voglia di trasgressione. Ci fanno sentire in un mondo irreale, nel paese dei balocchi che abbiamo tanto sognato da bambini.
E poi, una volta cresciuti, quando ci ritroviamo invece in questo paese di amare verità e di difficili realtà, preferiamo votare i Pinocchi.
E non importa se fanno più danni che altro, se sono incompetenti, inaffidabili, se ci fanno regredire invece che progredire…l’importante è che ci sentiamo importanti e che al governo del paese ci stiano loro i Pinocchi dei nostri sogni, nel paese dei balocchi e degli ( anche, un pochino, scusate) allocchi pronti a credere che i soldi crescono sugli alberi e che il sole illumina solo che gli crede. Ma capita a tutti di sentirsi rincuorato da una bella bugia piuttosto che da un’amara realtà.
Agli altri, a chi proprio non ci crede anche se gli piacerebbe, non resta che un umido e freddo cono d’ombra.
Oppure un ventre di balena accogliente dove cercare riparo in attesa della prossima terra promessa e ripromessa.
Pinocchio il burattino più famoso del mondo, ma dotato di un’umanità piena ed intensa.
Nasce da un legno per virtù solo del padre, troverà in seguito la madre nella fatina. Ha tutti i caratteri dei bambini non ancora irregimentati nelle file della convenzionalità, vizi e virtù, ma più quelli che queste. È ribelle, marina la scuola, scappa da chi vuole imbrigliarne la voglia di vita libera a spontanea, combina guai, corre mille pericoli, ne paga spesso le conseguenze, ma alka fine se la cava sempre. Paradossalmente “muore” quando da burattino-umano diventa uomo-burattino.
Era anche bugiardo ma veniva subito smascherato per via del naso che cresceva: se vogliamo paragonarlo ai nostri governanti,
a questi cresce lo spread.
Ma il parallelo coi nostri governanti di oggi lo vedo di più col Gatto e la Volpe, quei due infatti ci vogliono far diventare ciuchi, perciò promettono il paese dei balocchi, e non so se troveremo la forza di reagire come l’immortale Pinocchio.
Chi diresti sia il Gatto e chi la volpe tra i due? Oggi a La 7 Bonafede ha chiamato Conte: “vicepremier”, lapsus freudiano ma persino troppo chiaro.
Che domande!
Il Gatto è di Miao-miao-miao
la Volpe solo come conseguenza logica è Salvini, ma tanto furbo non mi pare se ha accettato il 15% per un misero gruppo di partire Iva, con limiti di fatturato piuttosto ristretto, mentre il suo competitor si allarga tutto con i cinque e sei milioni di poveri salvati dalla povertà
Bellissimo quel quadretto con Geppetto che rifinisce col pennello la sua creatura, con
affetto materno e orgoglio paterno insieme.
Il gattino ammirato, l’ampolla coi pesci, una collezione di pipe, l’orologio a cucù, un fiasco di vino, una damigiana, arnesi di lavoro e il serioso grillo parlante, completano il delizioso quadretto.
Un vero capolavoro disneyano.
Scoppia lo scandalo del decreto truccato, Di Maio furioso denuncia l’intervento di una “manina” che avrebbe snaturato il decreto trasformandolo da “pace fiscale” a “condono fiscale”. Domani ha annunciato la denuncia alla Procura della Repubblici.
Con qui Porta a Porta.
Ma la denuncia è già rientrata, il documento truccato non sarebbe mai arrivato al Quirinale.
Insomma, molto rumore per nulla e… una bella popagada che permetterebbe a Di Maio di fugare ogni dubbio circa il suo coinvolgimento al condono fiscale.
Un trucco, per poter dire:
“Vedete come sono stato rigoroso? Ho evitato che la pace fiscale diventasse condono fiscale, nessuno mi potrà accusare di incoerenza.
Comincia ad essere stucchevole!Anche lui con le “manine”. Annuncia cosi tanto che sembra diventato un’annuciatrice della Rai, una “signorina buonasera” o buonanotte…questo è il suo vero mestiere:l’attore, l’annunciatore, insomma una caricatura di ministro, un interprete di un canovaccio scritto da chi sta dietro a lui che chiama “parassiti” gli ex parlamentari dimenticandosi che è diventato parte del sistema che diceva di volere smontare e che guadagna una cifra mensile (da anni ormai) che i ragazzi della sua età si sognano in dieci vite.
E pare che il condonino sia diventato un condono tombale per grandi evasori nel giro di poche ore.Applausi ai paladini dell’onestà e trasparenza!Le sceneggiate alla Mario Merola incantano ancora ma per quanto? Questi prima se ne vanno e meglio è, fanno solo danni. Ma se davvero la Lega avesse fatto tutto a sua insaputa, allora peggio mi sento…
Due furbastri di sicuro: sceneggiata bene organizzata o c’è del vero?
Non sarà che uno è più furbo dell’altro e che entrambi tirano a fregarsi?
E in mezzo ci sta sempre Pantalone? Spread che sale e questi fanno teatrini.
BOh!