She is living alone
All her life long.
She is eighty-eight
She told me today
But does not complain.
She is thanking the Lord
For living so long.
But life went so fast
So many years passed
Her eyes are still blue
So lively and true.
I cannot help smiling
And think that sometimes
I feel like a child.
She thanks me and gives me
Her cheeks to be kissed
And I feel as something
Is still to be missed.
Mariagrazia, molto tenero questo incontro con chi ha alle spalle la saggezza di una lunga vita, vissuta sereamente, che ti proietta nell’infanzia, forse al cospetto della tua stessa nonna.
Come altre volte, mi piace trascriverla liberamente nella nostra lingua.
Felice solitudine.
Ha vissuto in solitudine
fino ai suoi ottantott’anni,
oggi mi parla
senza mai dolersi:
sia lode a Dio
per la sua lunga vita.
La vita che passò così presto,
non ha offuscato
I suoi occhi ancora blu
vivi e sinceri.
Io le sorrido
e ritorno bambina
“Grazie”, mi dice,
e mi porge le guance:
la bacio, e sento
che qualcosa
ancora mi manca.
Grazie Alessandro,
anche questa volta la tua versione è migliore dell’originale.
Negli occhi azzurri di questa donna ho visto gli stessi occhi azzurri e luminosi di altre due donne per me molto importanti e le ho assimilate.
Credo che quella “mancanza” sia da riferirsi proprio a loro.
Confesso di non amare molto la solitudine, perché come disse qualcuno, millenni fa, siamo animali sociali, noi umani. Sopporto la solitudine solo per poco tempo e in determinate occasioni, ad esempio quando sto per partorire una lettera e devo pensare bene a quel che scrivo, per evitare sciocchezze, o quando preparavo, molto puntiglioso e pignolo, le lezioni scolastiche. Non ho mai capito fino in fondo certe persone, che vivono sole, per tutta la vita, avendo come compagnia unicamente se stesse. Mi piace il confronto, anche lo scontro, ma non i soliloqui o i pensieri che si avvolgono su se stessi, dentro ad un individuo isolato. Dialogando, od anche solo in silenzio, ma vicino ad un altro essere umano, la vita è veramente tale da essere vissuta, ed offre uno scopo quotidiano. Nulla dies sine linea.
Difficile amare la solitudine, ma a volte la solitudine sopravviene, nostro malgrado.
Sapersi bastare, e non cadere nel silenzio, in quei casi, è da persona saggia.
La signora che ha ispirato la poesia è rimasta vedova giovanissima con un figlio, ma non si è mai scoraggiata lavorando come bidella in una scuola per 40 anni e facendosi amare da insegnanti e ragazzi. Per questo ho aggiunto la parola “felice” a solitudine.
Da decenni, noto che una donna, se rimane vedova, sa benissimo cavarsela da sola, specie se ha figli, cui non vuole imporre una figura maschile sostitutiva del padre, mentre un uomo vedovo o cerca presto un’altra donna, o vive in modo scompensato, senza un centro di gravità permanente. In una famiglia, se manca una donna, crolla tutto, è lei la colonna portante insostituibile.