Deve essere costato molto a Christine Blasey Ford circostanziare davanti alla Commissione Giustizia del Senato americano, la sua accusa di tentato stupro, diretta al giudice Brett Kavanaugh, nominato da Trump giudice della Corte Suprema. Ho seguito il video dell’audizione e il racconto della psicologa è stato molto convincente. Io non avevo bisogno di essere convinta perché le credevo già prima.
Lui si è difeso dicendo che non mette in dubbio le parole della dottoressa Ford, ma che è convinto che lei si sbagli: non era lui quel ragazzo che l’ha assalita quel giorno di 36 anni fa. Non può che negare per non perdere quel posto cosi prestigioso che Trump gli ha assegnato.
Già, Trump,persino lui, mi sa,sta cominciando ad avere dei dubbi sulla sua scelta ma solo per opportunismo, ma non lo dirà mai e anzi continuerà a sostenerlo. Lui che ha problemi analoghi, dato che più donne lo stanno accusando di molestie sessuali, figuriamoci se se lo perde uno cosi. Al Senato i repubblicani erano tutti uomini tranne una donna giudice che ha posto le domande a Christine Ford, la quale con molta compostezza e con la voce rotta dall’emozione, ha raccontato come sono andate le cose e quanto quell’esperienza le sia costata.
In due: Kavanaugh e un suo amico, durante una festa a casa di comuni amici , ai tempi in cui Christine e Brett erano compagni di liceo, l’hanno seguita al piano superiore e l’hanno spinta dentro la camera da letto e sul letto, dove Brett ha cercato di violentarla. Entrambi molto ubriachi e forse grazie a questo lei riesce a liberarsi e a fuggire. Lei gridava e loro se la ridevano e Brett le ha messo una mano davanti alla bocca fino quasi a farla soffocare, tanto che, ha detto, aveva paura di morire.
Alla domanda se fosse sicura che si trattasse proprio del giudice Kavanaugh ha risposto : “Come sono sicura che sto parlando con lei ora”.E ancora: a come faccia ad esserne cosi sicura dopo tanto tempo risponde: “il ricordo si è fissato nel mio ippocampo, non potrò mai dimenticare quelle risate”. E ne sono sicura anch’io: non si può mentire su certe cose e nemmeno confondere una persona con un’altra. Le credo al 100%.
E le smorfie del giudice Kavanaugh, durante la sua autodifesa, non fanno che confermarlo. Ha persino finto di piangere quando ha raccontato che la sua bambina ha chiesto di pregare per “quella donna”. Quanta ipocrisia. E’ sconcertante constatare quanto poco sia tenuta in considerazione la donna, ancora oggi e quanta poca importanza si dia al suo diritto di non essere abusata, violentata, molestata.
Comunque vada a finire, il mondo ha assistito all’ennesimo trincerarsi del potere davanti alla Giustizia, al suo sentirsi sopra ogni legge: un giudice, nominato alla Suprema Corte, accusato di tentata violenza sessuale, che giura di dire la verità sulla Bibbia, ma racconta la sua verità, quella che gli fa più comodo. Considerando che di mestiere giudica gli altri pur sapendo di avere causato tanto dolore con il suo comportamento indecente, ho provato ribrezzo.
Mentre Christine è stata davvero molto coraggiosa.