Asia Argento avrà un collegio di avvocati che la difenderanno nelle sedi opportune (se sarà il caso) e non ha certo bisogno della mia arringa ma una cosa mi pare chiara: è vittima di un ricatto, brutto e cattivo.
Il 22enne Jimmy Bennet col quale lei avrebbe avuto una relazione, la sta ricattando, pare da quando lei ha denunciato Weinstein e le ha chiesto un sacco di soldi per tacere sui loro rapporti. Altrimenti spifferava.
Ma lei, Asia dice che non hanno avuto mai rapporti sessuali ma solo un rapporto, prima di lavoro e poi di amicizia. Guarda caso, questo si sveglia una mattina e si sente “molestato” dalla Argento perché, a quanto pare, lei avrebbe preteso di avere un rapporto sessuale con lui, non consenziente quando aveva “solo” 17 anni.
Beh, ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate se la cosa non fosse molto seria.
Si conoscevano da lunga data, fin da quando lui era bambino perché era stato interprete in un suo film e poi, secondo la versione di questo “signore”, tempo dopo, lei avrebbe preteso di ottenere le sue grazie mentre lui pudicamente si opponeva!
Ma non fatemi ridere!
Il problema, grosso, è che lei ha pagato una somma ingente. Dice, Asia, perché le faceva pena, ma con tutta probabilità perchè il tipo le avrebbe potuto creare molte noie in un momento nel quale era già nel’occhio del ciclone per la sua denuncia di molestie a Weinstein.
Mi sembra chiaro che ne lui ne ha approfittato.
Ora, come sia uscita questa storia e come il New York Times l’abbia conosciuta e pubblicata, non è molto difficile da capire. Il giornale americano dice di averla ricevuta via mail in forma anonima.
Chissà che non ci sia la “manina” di qualcuno che si vuole vendicare?
A me, francamente, non importa nulla cosa sia successo tra i due ma che mi si venga a raccontare che lei ha costretto il giovane virgulto ad un rapporto (o più di uno) dal quale lui è uscito choccato e che questo abbia influito negativamente sulla sua carriera, perché suona molto, ma molto sospetto.
Piuttosto credo che non bisognerebbe mai cedere ai ricatti, qualunque sia la posta in gioco e bisogna subito denunciare chi li fa. Asia ha sbagliato a pagare e non importa se lo ha fatto, come dice, per salvaguardare la carriera del suo compagno, un noto e ricchissimo chef morto l’anno scorso. Quei soldi provano che lei lo temeva.
E se lo temeva, il signor Jimmy Bennet non può essere del tutto una gran brava persona. Trovo il ricatto uno dei gesti più spregevoli che si possano fare. Credo che a dover essere perseguito penalmente sia proprio il giovane musicista (ora pare dedito alla musica) e forse, bisognerebbe pure trovare i suoi complici.
Non credo abbia agito da solo.
Ora si scateneranno tutti contro di lei “rea” di aver sedotto un povero giovane (reato del quale lei non è indagata), lo stesso movimento Meetoo, nato dopo le sue denunce a Weinstein potrebbe subire danni alla sua credibilità.
Ma io non credo che questa vicenda debba intaccare minimamente il movimento.
Ma ci sarano i bravi moralisti a corrente alternata che getteranno tutto il fango possibile ancora su di lei, maschi e femmine, indifferentemente.
Comunque vada a finire, questa faccenda ci insegna che mettersi contro i potenti è sempre molto pericoloso.
Forse Asia non aveva avuto la percezione di cosa avrebbe dovuto affrontare denunciando le molestie del produttore americano e, forse, se l’avesse avuta avrebbe rinunciato a farlo. E, forse, se lo ripete più volte al giorno in questi ultimi giorni, che avrebbe fatto meglio a lasciar perdere. Questa cosa le sta complicando la vita oltre ogni previsione, credo.
Ma io spero che lei non si perda d’animo e riesca a dimostrare di essere due volte vittima e non carnefice.
Ma la strada per le donne oggi è più che mai in salita e chi ha architettato questo piano per screditare ancora di più l’attrice, oggi può cantare vittoria.
Il giornale Libero ha titolato : “Asia ora vai a cuccia”.
Mi sembra veramente che non aspettassero altro: con un titolo così possono ben dire di aver dato un grande contributo al giornalismo italiano e di aver tenuto alta la bandiera del maschilismo dal quale non sono immuni neppure le donne, persino quelle a cui tocca farne le spese.