Ma che spettacolo! La luna si sta liberando ed ora è quasi interamente visibile dopo l’eclissi.
Ora è un disco quasi completo, luminosissimo. Si staglia nel cielo con accanto Marte ancora più scintillante.
Si risentono di nuovo i grili. Finora se n’erano stati buoni, forse intimoriti da quella strana luna rossastra e si sentivano appena.
Ne hanno parlato tanto i media di questo avvenimento e l’aspettativa era grande.
E la luna non l’ha delusa. Ci tiene col naso all’insù ad osservarla e staccare gli occhi è difficile.
Ora si capisce bene perché venga chiamata spesso “l’astro d’argento”e perché sia cosi spesso evocata.
Un fascino irresistibile e misterioso al quale nessuno può resistere.
Nella mitologia greca fu Selene, la risplendente, la dea della luna, figlia di Iperione e Teia, sorella del Sole e dell’Aurora
Pallida in viso, dalle vesti argentate, su un carro trainato da buoi segue nel suo corso il fratello Sole.
Fu desiderata e amata nientemeno che da Zeus e da altre divinità, ma fu un uomo, Endimione, il giovane re dell’Elide, a farla innamorare perdutamente di sé , tanto da andarlo a trovare ogni notte nella grotta, dove Zeus geloso, lo aveva condannato a dormire. E lui dormiva ad occhi aperti per poter vedere l’amata.
Oggi il mito ha ceduto alla scienza, l’astronomia ha fatto passi da gigante, quel cielo stellato che stupiva Kant, è stato osservato con telescopi sempre più potenti, della luna conosciamo tutto, dimensioni, densità, forza di gravità, movimenti, ne prevediamo la posizione nello spazio, sappiamo con esattezza quando si sovrapporrà tra la terra e il sole, oscurandolo ai nostri occhi, o come stasera, quando sarà essa oscurata dall’ ombra del nostro pianeta.
Conosciamo perfino la faccia che tiene sempre nascosta ai nostri occhi, e il suo suolo è stato violato dal piede umano.
Però il fascino del satelite, a noi legato dalle ferree leggi dell’universo, non è cessato, anzi è vie più cresciuto, insieme al mistero dell’Universo -popolato di pianeti, comete, stelle, stelle nane e stelle giganti, quasar, pulsar, nebulose, galassie, buchi neti, divoratori di materia- mistero che a poco a poco va svelandosi fino a condurci, chissà, difficile dirlo, ma non impossibile… al mistero più grande.
MGG, la faccia nascosta della Luna pare costellata di strutture misteriose, forse aliene. Hanno calcolato essere lì da milioni di anni, e forse in rovina. My God, che brividi!
Io credo alla vita extraterrestre, non bisogna porre limiti alla fantasia creatrice di Dio. Ma alcune di quelle creature vengono denotate come esseri umani provenienti dal futuro, dato che in molti avvistamenti, sono precisi a noi e spariscono volentieri e prestamene , se avvicinati.
In un articolo della NASA, studi antropometrici futuristici, sul nostro aspetto fra qualche milione di anni, li raffigurava molto simili agli omini grigi, emaciati ed esilissimi, di Incontri ravvicinati del Terzo tipo. Si sospetta che Fassino sia uno di loro.
Leopardi fu il più grande cantore della luna e dei sui misteriosi influssi sugli umani. Non aveva bisogno di allunaggi ed esplorazioni sul LEM. Meno male…
Pare che la Luna si stia sempre più allontanando da noi, a causa dell’attrazione di Marte. C’è poi una lunettina bizzarra, Cruithne, che impiega 770 anni a girare attorno a noi. È piccina, 5 km. di diametro. Vorrebbero usarla base per uno sbarco su Marte. Non mi attira.
Come faranno senza Luna, gli amanti, senza il suo latteo ed argenteo chiarore, ad accarezzare lieve i loro baci? Resta con noi, Selene, nun ce lassà, pe’ ccarità…Essa, d’estate, illumina sempre, discreta, dal balcone, il mio talamo e consola i miei sonni agitati.
Grande luna sei della terra sorella amica amante a volte lontana ma sempre presente ,bianca signora mai inopportuna discretamente la tua influenza scorre in noi silenziosa come La marea e come un faro per i naviganti cancelli L’incertezza dell anima e come una musica imprimi il tuo ritmo…..
Non potendo contemplare la luna rossa, ieri, ho canticchiato, tra me e me, “Luna rossa”” di Murolo. Per l’accento, mi hanno aiutato gli antenati paterni campani.
Bello l’inno alla luna di Carmela,
complimenti per la vena poetica.
Hai ragione, mi unisco.
A proposito di luna, ricordo la belissime novella di Pirandello dal titolo “Ciàula scopre la luna”.
Il piccolo ragazzo, reietto e senza genitori, sfruttato in una miniera di zolfo, si trattiene con Zi’ Scarda per completare il lavoro della giornata -unici a non ribellarsi all’oppressione del padrone.
Si fa tardi e il ragazzo che non teme di stare nel buio dei sotterranei della zolfatara, teme invece la notte, chiaro simbolo della morte. Ma quando, ultimato il lavoro, emerge stanco dal sottosuolo, rimane incantato del chiarore lunare che scopre per la prima volta, merafora di un futuro riscatto.
Una bella novella che denuncia un fenomeno sociale disumano, un tempo molto diffuso, quale lo sfruttamento delle persone nel lavoro, in particolare quello più odioso dei minori. Sfruttamento che tuttora persiste in altre parti del mondo e che, ritroviamo anche tra noi, mutato in assenza di sicurezza nel lavoro, come testimoniano le morti bianche di cui spesso anbiamo notizia.
Hai toccato un tema molto importante: l’assenza di sicurezza sul lavoro,come l’assenza o la mancanza di lavoro. Il mondo globalizzato ha creato e crea solo lavoro precario: l’incertezza costante è una costante nel lavoro. Ed è stata voluta dai governi pseudoliberisti con le loro politiche di destra. Ormai da decenni il lavoro non è più il caposaldo della vita di ognuno ma è sempre di più fonte di ansia e di insicurezza. C’è una precisa volontà a mantenerla e infatti molti dei nostri giovani più preparati decidono che l’Italia non è un paese che può garantirgli un futuro e se ne vanno.
Lasciano questo paese che negli anni è diventato un posto nel quale è impossibile anche solo pensare a cercare l’autorealizzazione.
L’atomizzazione dei contratti di lavoro ha creato disparità e ingiustizie ed ha reso l’idea stessa di “lavoro” un’inquientante obiettivo irraggiungibile e costretto i lavoratori ad adattarsi e a sottomettersi alla volontà di chi vede nel lavoro una possibilità di speculazione, sia in termini economici che politici.
Insomma, il lavoro è sempre di più funzionale a far crescere poche realtà che si s’ impossessano di una grossa fetta di potere e influiscono sulla vita democratica del paese.
I morti sul lavoro aumentano perché la vita del lavoratore è tenuta in scarsa considerazione e gli incidenti sono considerati quasi un prezzo da pagare alla possibilità che viene offerta di un’occupazione qualsiasi. Fino a che non ci sarà una vera inversione di tendenza che coinvolga il valore dell’essere umano e ne faccia artefice vero del proprio destino e non una marionetta in mano agli speculatori,le cose nnon cambieranno ma potrano solo peggiorare. E questa inversione di tendenza non sembra essere neppure ravvisabile nelle politiche del nuovo governo.
È interessante il raffronto tra il racconto verista Rosso Malpelo, di Verga, e Ciaula scopre la luna, di Pirandello, simbolista . Lo affrontavo sempre, con i miei alunni. La risalita faticosa di Rosso Malpelo sottolinea la grama fisicità, mentre quella di Ciaula raffigura la difficoltà e la finale sorpresa della nascita di un essere umano, dalle osvurità del ventre materno, di Gea Madre Terra, su su fino alla luce del mondo. E Ciaula, stremato, cade a terra, e piange, in un pianto liberatorio, come il primo pianto di un neonato. Non ricordo più il nome del critico, che condusse questa acuta e mirabile analisi. I ragazzi ne erano entusiasti.
Mariagrazia, molto bella la canzone sarda che hai postato, non la conoscevo.
Me ne ne ha richiamata un’altra,
“Non potho reposare”, di cui posto la versione cantata da Andrea Parodi, resa ancora più struggente perché cantata qualche settimana prima che la malattia lo consumasse.
https://youtu.be/yrLiWeAdhWU
https://youtu.be/Fupmj2HBoI4
E questo brano s’intitola Stabat Mater, in cui con Andrea Parodi fa il paio la cantante sarda Elena Letta.
https://www.facebook.com/adfaranxboekik/videos/331049357302900/. Sotto la luna di Venezia