Sono sempre stata orgogliosa di essere italiana. Amo il mio paese e non vorrei essere nata in nessun altro posto al mondo. La bellezza del paesaggio, nonostante le brutture provocate dalla speculazione, la cultura, l’arte, il cibo, ne fanno il “mio” paese d’elezione.
Ma ora sono disgustata dalle politiche del governo. Non mi sento affatto rappresentata da un governo che scaccia i disperati che arrivano con le navi e chiedono assistenza a asilo dopo un viaggio fatto tra sofferenze indicibili.
Ora, nei pressi di Lampedusa c’è una carretta del mare con a bordo circa 400 persone, tra le quali molti minori non accompagnati che avrebbero bisogno di immediata assistenza medica e di solidarietà per quanto hanno dovuto subire per raggiungere le nostre coste, ma il nostro ministro dell’Interno ha deciso di mostrare i muscoli da Popeye, di fare il duro e puro, leghista fino al midollo e dice: i porti sono chiusi! Non entrerete.
Ecco, questa cosa per me è vergognosa.
Ieri è dovuto intervenire Mattarella per sbloccare un altra nave (la Diciotti, italiana) alla quale non era permesso di attraccare al porto di Trapani e Salvini ha dovuto abbozzare.
Ma oggi la storia si ripete: non passeranno.
Ma che cosa crede di ottenere cosi? Maggiore solidarietà in Europa? Maggiore partecipazione nel dividersi le quote di immigrati? La sua fermezza non ha convinto i partners europei in questo senso, anzi, è stata stabilita la volontarietà dell’accoglienza nell’ultimo vertice uropeo.
Dunque Salvini punta solo ed esclusivamente al consenso interno.
Punta a prendere maggiori consensi possibili nella sua lotta quotidiana con gli immigragrati che lui chiama “clandestini”.
Ma quali clandenstini? Sono uomini, donne, bambini, cioè persone che attraversano l’inferno per scappare da situazioni inenarrabili,che cosa faremmo noi al loro posto? Non cercheremmo forse di salvarci?
E quali documenti pensa Salvini che dovrebbero avere questi disgraziati se i paesi da cui scappano non gli danno i visti, anzi, gli impediscono di partire?
Salvini apri i porti, smettila con questa tiritera, non otterrai nulla cosi, solo di farci vergognare di essere italiani, uno dei popoli famosi per essere i più solidali ed accoglienti al mondo.
Prima che arrivassi tu al governo.
Non mi sento rappresentata da te, non ti voterò mai e rimango sconcertata dal silenzio dei grillini che , in altri frangenti avrebbe gridato al sopruso e alla violenza di questo atteggiamento.
Mentre ora se ne stanno zitti e mosca per convenienza.
Complici!
Sugli emigrati si sta giocando una partita poco onorevole.
Il fenomeno viene gonfiato, i pericoli esagerati, le cause mistificate, si dice che siano i mercanti di uomini a provocare i flussi e non piuttosto che questo spregevole sfruttamento non è causa, ma un male che si aggiunge alla tragedia della fame e della guerra di quei paesi.
Le grida di Salvini non cambieranno nulla, solo un’azione concertata tra tutte le nazioni europee potrà gestire il.fenomeno, al meglio per chi ospita e per chi è ospitato.
Cercare di arginare la migrazione
con singole iniziative, prese pet giunta contro ogni senso di umanità è come, non abbaiare, ma ringhiare alla luna.
Io però mi chiedo come sia possibile imbarcare dei bimbi su gommoni e barconi strapieni. Che fanno questi bambini, una volta sbarcati, chi se li prende in carico, dove mai finiscono? Spariscono nel nulla, e molti sospettano che vengano eliminati, per l’utilizzo di donazione di organi. È abbandono di minori. Ma nessuno solleva mai il problema, l’importante è farli sbarcare tutti, poi, come diceva Renzo Tramaglino: “La c’è la Provvidenza!”. Le ONG si sentono la coscienza a posto e si lustrano il petto.
Quanto alla mancanza di documenti, parecchi migranti se ne disfano, prima di sbarcare, per non essere individuati, evitando così spiacevoli scambi di informazioni bilaterali tra la nostra polizia e quella del paese d’origine. Non mi risulta che le loro partenze siano ostacolate, così come capitava ai nostri emigranti nelle Americhe, quando i nostri governi di allora non vedevano l’ora che se ne andassero fuori d’Italia.
Un punto di vista un po’ diverso dai soliti, forse è interessante per capire meglio le cose:
https://africanvoicess.wordpress.com/…/ritorno-in-africa-i-flussi-migratori-si-stanno-in…
Sempre rimembrando i milioni di nostri migranti, tra cui i veneti non erano certo gli ultimi, ed hanno onorato il Veneto, ricordo che c’erano delle agenzie, private e statali, che cercavano di instradarli al meglio, accogliendoli poi allo sbarco. Ma, allora come oggi, tanti poveracci venivano truffati e rapinati dei pochi risparmi, da infami compatrioti e si ritrovavano senza alloggio, vitto e lavoro.
Nessuno certo li ospitava a costo zero, in alberghi, pensioni e strutture ricettive varie. Morivano di inedia e di freddo, li raccoglievano per strada i carretti funebri e venivano gettati in fosse comuni.
Tra i veneti non mi risulta che fiorissero furfanti mafiosi. E in Sudamerica erano trattati come animali, ben peggio che negli USA, rinchiusi in capanne e palafitte su terreni paludosi e malarici.
I veneti sono stati sempre apprezzati in tutto il mondo, (ci sono testimonianze scritte) per essere onesti e grandi lavoratori.
In Sud America hanno lavorato duro (come nel resto del mondo) ma erano reclutati da agenti dei vari governi e gli veniva pagato anche il passaggio in nave.
Nei campi di cotone o tabacco i veneti hanno buttato il sangue ma non erano maltrattati e, mi risulta dalle cronache del tempo (ci sono molti libri a riguardo), che le condizioni di vitto e alloggio non fossero cosi male e percepivano anche uno stipendio che, paragonato a quelli dei braccianti attuali, era da ritenersi, se non adeguato, non pessimo. E qualcuno o molti tra loro si sono costruiti un futuro quando sono ritornati grazie agli anni passati in quei luoghi. Come, d’altronde sta succedendo anche a tanti immigrati onesti da noi o nel resto d’Europa.
MGG, io ho un libro, sull’emigrazione italiana in Sudamerica, con foto di fine ‘800 e inizi ‘900, dove i nostri erano alloggiati su palafitte e capanne da Quarto Mondo. Tu invece ti riferisci a situazioni del Nordamerica. Ed ero rimasto stupito, anche perché spagnolo e portoghese sono più accessibili dell’inglese e persino la fede cattolica era la medesima.
I veneti andavano soprattutto in Brasile, negli Stati del Sud, come Rio Grande do Sul e Santa Catarina. E parlavano in un mix di dialetti veneti, impastati con il portoghese. Era gente eccezionale.
Però hai ragione anche tu, che non tutti erano trattati male, fino alll’abolizione della schiavitù. Poi, finì che andavano a sostituire gli schiave ed erano trattati alla stessa stregua.
Forse, qualche antenato di veneti di tua conoscenza si era imbarcato per il Brasile, e là vivono ancora i suoi pronipoti.
La schiavitù i Brasile è stata abolita nel 1888 (“Donna Isabella Cristina Leopoldina Augusta Micaela Gabriela Rafaela Gonzaga d’Orléans-Braganza (nata Braganza e Borbone-Due Sicilie) (Rio de Janeiro, 29 luglio 1846 – Eu, 14 novembre 1921) figlia ed erede dell’imperatore Pietro II del Brasile, fu principessa imperiale del Brasile e reggente dell’Impero brasiliano per tre occasioni.
Fu soprannominata A Redentora (La Redentrice) per aver abolito la schiavitù nel suo paese, con la famosissima Lei Áurea del 1888” fonte Wikipedia)
é da allora che è iniziata la grande emigrazione verso il Brasile proprio per sostituire gli schiavi ma non è vero che erano trattati alla stessa stregua, i veneti sapevano lavorare bene e pure difendersi dalle angherie e dai soprusi ed a farsi rispettare. Ci sono molte testimonianze in merito, soprattutto nei libri di Ulderico Bernardi e sotto l’imperatrice le condizioni dei lavoratori immigrati non erano certamente peggiori di quelle degli schiavi, anzi.
Ti aggiungo allora che molti veneti e non, in Brasile, erano ben accetti ed anche facilitati, circa l’acquisto di immobili, case e terreni. Ma parecchi erano trattati appena meglio degli ex-schiavi, con paghe da fame e alloggiati in tuguri.
Ho letto anche che i veneti fondarono parecchie cittadine, in Brasile, premettendo Nova al nome dei paesi d’origine.
Famoso poi fu Lunardelli, il Re del caffè di origine trevigiana., che lo coltivava e lavorava in modi innovativi.
Del resto, anche Illy è veneto.