La rivoluzione non sarà un pranzo di gala, ma neppure un bicchiere di vino con un panino.
Di Maio, assediato dai cronisti che gli chiedono della nuova mazzettopoli romana, risponde serafico che è tutto un malinteso e aggiunge un grazie. Ma di che ringrazia? Forse deve rispettare il suo ruolo di ragazzo beneducato? Certo, è una strategia imparata nel Movimento.
Fanno scuola di strategia politica nel Movimento, Di Maio la frequenta diligentemente. Ha un punteggio alto, soprattutto nelle materie: opportunismo e facciaditollismo. Non solo piattaforma Rousseau ma anche piattaforma Razzi.
Dal “filosofo”, ex senatore abruzzese Antonio Razzi, i grillini hanno tratto le linee guida per imparare le strategie comportamentali che si basano su un principio che compendia tutta la filosofia razziana:” fatti i …tuoi, amico caro, tanto qui è tutta malvivenza”.
Ecco, questo è il concetto di base che tutti i dirigenti del Movimento Cinque Stelle imparano a declinare in tutti gli aspetti della vita politica: si salvi chi può.
Entrati a pieno titolo nel Sistema, si sono sistemati alla grande. Ed ora devono mettere in atto quanto imparato. Se la cavano benissimo tutti, da Di Maio a Bonafede, il ministro della Giustizia, per arrivare fino alla sindaca Raggi, sempre sotto tutela di qualche pesce grosso (anche questa volta finito nella rete), la quale è un’allieva modello delle teorie razziane espressione compunta e occhio pendulo,sorrisino d’ordinanza, risposte brevi ma intense: non so niente, non c’ero e se per caso mi avete visto sul luogo del delitto, era la mia controfigura. E chi sbaglia deve pagare. Praticamente perfetta. Ma ora, pare siano intenzionati a mollarla se dovesse risultare colpevole al processo per falso che l’attende.
Però, anche i leghisti non scherzano ed ora che sono al governo in accoppiata coi Cinquestelle, fanno grande sfoggio di “cultura” politica che non ha nulla da invidiare ai loro colleghi.
Il sottosegretario Giorgetti, a richiesta dei giornalisti su cosa abbia a che fare con il costruttore Parnasi, finito in galera per l’inchiesta sullo stadio romano, ha risposto che non è un reato bere un aperitivo e mangiare due fette di salame con un amico.
Non fa una grinza. Il costruttore è, a quanto pare, non solo amicone del ministro Salvini, ma, anche di leghisti di peso quali il sottosegretario Giorgetti, o quantomeno, pare, lo vorrebbe essere.
E si sa che l’amicizia non è reato. E neppure mangiare salame in compagnia di costruttori. No, non è reato. Da cittadina,però, qualche dubbio circa queste riunioni conviviali a base di aperitivi e salame, potrei anche farmelo venire. Come capiti che dietro i politici ci sia sempre qualche “potere forte” o fortissimo, non ce lo spiega mai nessuno, ma ci possiamo arrivare anche da soli con un po’ di sforzo. Più di qualcuno, però, trova che avere le fette di salame sugli occhi sia un buon metodo per farsi passare i dubbi.
Io sono allergica agli insaccati e non prendo mai aperitivi né da sola né in compagnia. Ma già io non sono un politico, me lo posso permettere.
MGG, ad uno che risiede da una vita nel paese dei salumi, non puoi dire che non ti vanno gli insaccati. Ma hai mai provato una bella fetta di salame di Felino, quello,che gli ignoranti credono essere di carne di gatto? O una fettina sottile e profumata di prosciutto di Parma, o di culatello? Dalle tue parti producono,il San Daniele, ottimo.
Si, quello qualche volta lo mangio, col melone.
MGG, scusa la digressione gastronomica, ma tu devi essere una buongustaia raffinata. Ed allora, ti chiedo come diavolo si possa accostare ed unire il salato elegante del crudo con il dolce profumato ed inebriante del melone. Io li mangio sempre, d’estate, ma separati, prima il crudo poi il melone. Qui da me, meloni ed angurie crescono come funghi. Perdonami l’exscursus culinario. Un grande estimatore del culatello era D’Annunzio, che gli fece una dedica. Ma a te piace D’A.? Ho provato più volte a leggere le sue prose, mi infastidisce.
See you later!
“Carissimo Brozzi, ti farò sorridere. Io sono un cupidissimo amatore del parmense culatello (con una T o con due?). Esausto dalla malinconia operosa, dianzi sentivo i morsi della fame, e anche mi sentivo la struttura delle costole travagliata come il più fiero dei tuoi pezzi d’argento, e pativo nella bocca dello stomaco il rostro d’una delle tue Aquile vendicatrici. Mentre gridavo non senza ferocia: “Subito, subito, subito tre fette di culat(t)ello!” La donna appariva co’ tuoi pacchi preziosi. Il più grande aveva la forma conica della compatta cosa di fibra rossa e salata. O Fratelmo, l’allucinazione della fame m’ha strappato un grido di riconoscenza e di felicità: “Brozzi! Un culatello! E come ci ha pensato?…”. Pongo le mani sul pacco e sento il becco eroico dell’Aquila…Ti confesso che per un così bello e potente raggio di arte vera, ho dimenticato la delizia golosa. La donna di servizio, la Milia, potrà testimoniarti l’esattezza del mio racconto. Interrogala. Fin d’ora ti son grato del profondo pasto che porti al mio spirito (…) Perdona al delirio del Famelico in bellezza”.
GABRIELE D’ANNUNZIO (Lettera a Renato Brozzi, 30 giugno 1891
Io, il culatello credo di non averlo mai assaggiato ma D’Annunzio ne parla in modo cosi sublime che protrei anche fare lo sforzo.
D’Annunzio è uno di quei poeti – scrittori che si amano o si odiano.
Esatto, MGG, è proprio quella lettera, che intendevo, grazie! Ma D’A era un furbacchione, per la pubblicità, vedi Amaretto di Saronno, Aurum, Saiwa, La Rinascente. Il culatello, ormai raro, come uno smeraldo nero, è carissimo, arriva a 80-90€ al kg. Se costa meno, è fiocchetto o culaccia, che io preferisco. Sai che i curandi termali, a Salsomaggiore, in salumeria, si vergognavano e ordinavano non Culatello, ma Sederiello?
Per i pranzi di gala, io sono imbarazzatissimo, sembro Fantozzi alla cena della Serbelloni Mazzanti Vien Dalmare. Dieci posate, venti bicchieri, dosi striminzite. Oh, dear…
Sentir parlare di culatello mentre si è in quell”inferno in terra che è un pronto soccorso di ospedale non è il massimo del conforto.
Mia sorella aspetta da ore un responso, ma fosse solo questo. La sofferenza è tangibile in un’umanità dolente ridotta allo stremo, come scontasse una condanna per essere nati
Ho rispetto per medici e paramedici, certo le eccezioni ci sono, ma in genere svolgono bene il loro lavoro.
Ma non è colpa loro se le strutture in termini di personale, mezzi e organizzazione, sono colpevolmente insufficienti.
La nostra, salvo alcuni centri di eccellenza, è una Sanità da terzo mondo.
Comunque, nonostante tutto, trovo deliziosa l’accoppiata prosciutto e melone
Tanti auguri per tua sorella, la nostra sanità (parlo del nord) è tra le eccellenze al mondo, anche da qui si vede come l’Italia sia divisa in due.
L’accoppiata prosciutto e melone è deliziosa, io ci metto anche delle ciliege di mozzarella e qualche foglia di basilico.
Tu pensa, Alessandro, che mi sono permesso di parlare di salumi appena dopo una visita in Radioterapia, a Parma, dove, ad anni 73, non 103, mi hanno prospettato due scelte, tra continuazione dell’ormonoterapia o una sua riduzione o cessazione, tutte con esiti molto, ma molto spiacevoli, non so se rendo l’idea. Un po’ come l’asino di Buridano.
Ciò in una struttura ospedaliera universitaria del Grande Nord. Sono solo una pallina anonima, sballottata dentro un frullatore. Oggi sono qui, domani non più. Ma il reparto di Radioterapia sarà sempre lì.
La vita e la morte rimangono uguali, cantavano I Nomadi.
Sono sicura che facciano del loro meglio.
Sì, Mariagrazia, lo avevano fatto anche per mia sorella, allo IEO di Milano, tramite un luminare, ora scomparso, ma è poi morta a soli 34 anni, per la recidiva di un tumore al seno. Aveva una figlia di soli 12 anni.
MGG, ho appena appreso, e te lo trasmetto, che ai pranzi di gala e nei ristoranti supersciccosi i condimenti e le salsine diconsi “dressino”. Ma è di origine inglese, ‘sto termine?
credo derivi da dressing ma io non frequento.