Si dice che siamo in piena crisi politica ed istituzionale. E che ci sia poco da scherzare. Lo spread sale, poi scende, le borse fluttuano, la Ue ci bacchetta un giorno si e l’altro pure, poi ci danno qualche contentino: ma si dai fate i bravi, chiuderemo ancora un occhio…
Si dice, ormai da molto tempo che siamo sull’orlo del baratro. Stiamo sempre li, accampati sull’orlo di quel baratro.
Allora questa mattina, svegliandomi, ho pensato. Ma che cosa sta succedendo al mio paese? Ma perché siamo impantanati in questa assurda situazione, ancora con i due impiastri che si incontrano, questa volta c’è anche Meloni (pare), ma per fare che? Per litigare ancora su chi deve fare cosa e perché e per quanto e se li si nota di più se ci sono o se non ci sono?
E intanto, Cottarelli, ufficialmente premier incaricato, rimane in sala d’attesa col trolley pronto, con numerino e il codice rosso ad attendere che i due impiastri si decidano sul da farsi.
Ancora? Ma davvero non sto avendo un incubo e tra un poco mi sveglio?
Stanno ancora ragionando su dove mettere ‘sto benedetto Savona? Un Savona al giorno toglie il governo d’attorno!
Ma perché siamo appesi ai professoroni Savona e Conte (perché pare che ci sia anche Belfagor in attesa di richiamata).
Ma per piacere, siamo stanchi, avete rotto abbondantemente le scatole, decidetevi altrimenti ho un proposta…a me piace:
vi mettete in fila, bene allineati: Di Maio; Salvini, Savona, Conte…
sul ciglio del burrone…ed uno dopo l’altro vi si butto personalmente di sotto! Oh perbacco!
Odio la violenza ma quando ce vò ce vò.
E quando sarete li sotto, per piacere non gridate aiuto, soccorso, perché non vi sentira nessuno, vi lascerò li per 80 giorni (tanto potete brucare l’erba e bere l ‘ acqua piovana) dopodichè chiamerò i soccorsi.
E quando tornerete a galla troverete il governo bello e fatto con Stanlio e Ollio premier (in coppia) Totò ministro dell’economia e il mago Zurli a tutti gli altri. Ah, no, l’istruzione alla Fata Turchina, chissà che riesca a mettere in po’ di ordine in quel guazzabuglio che è diventata la scuola italiana.
E per voi, mi dispiace, c’è solo una scodella di brodo nelle cucine del palazzo. E dopo averla bevuta, per favore siete pregati di lavarla e andarvene dall’uscita secondaria. E di espatriare prima possibile.
Siete ampiamente indesiderati.
Questa è la proposta.