I megalomani dell’web

Nell’web o in rete,come si vuole, girano molti strani personaggi. Girano sotto mentite spoglie, si travestono con nicknames fantasiosi, ce n’è davvero per tutti i gusti.

Ma questo sarebbe niente: il fatto di cambiare nick in sé è una cosa accettabile, ci sta che qualcuno preferisca spostarsi su vari blog o siti o testate di giornali e non farsi riconoscere o non darsi una connotazione precisa per poter dire tutto ed il suo contrario, senza però nuocere a nessuno.

Ma ci sono anche personaggi che intasano le rubriche dei giornali o i vari blog con pesudonimi diversi dove si raccontano e narrano vicende della propria vita, intercalando commenti su fatti che riguardano la vita sociale, la politica e molti altri temi. Ci sono alcuni che hanno anche una decina di pseudonimi diversi e con questi (maschi e femmine) si divertono a calarsi in diverse personalità e ad interloquire con i giornalisti direttori di blog o giornali, cambiando spesso “personalità” e dibattendo sui temi più disparati.

In fondo che male c’è? dicono, quando vengono scoperti e si devono difendere da chi li accusa di essere multifacce e addirittura interloquire all’interno degli stessi personaggi formulando un dialogo paradossale perché svolto dalla stessa persona. Insomma, come si dice :”fare tutte le parti in commedia”.

Soggetti istrionici con doti di creatività ed inventiva ma anche con una propensione ad occultarsi dietro ad un “paravento” a mentire a evitare di rispondere di critiche anche feroci che fanno nei riguardi di questo o quello, facendosi scudo e aiutandosi coi vari nick, rispondendo con l’uno o l’altro, a seconda di come si mette la conversazione, addirittura a farsi difendere da uno di questi, facendo passare il difensore per altri da sè.

Il giochetto potrebbe essere divertente se il malcapitato interlocutore di questi “multifacce” fosse al corrente di come funziona la cosa dietro le sue spalle, ma, se lo sapesse, naturalmente il gioco finirebbe.

Insomma aspiranti attori che impersonano più personaggi a volte anche contemporamente e prendono in giro tutti quanti capitano ad interloquire con loro che possono a loro insaputa, trovarsi davanti una piovra credendo che si tratti di persone diverse.

Poi ci sono quelli che, nascosti dietro ad un nick frequentano diversi blog dove prendono di mira le vittime designate e le perseguitano (in genere sono uomini contro donne) fino a farle addirittura arrivare a lasciare talmente vengono subissati di critiche e anche offesi in forma diretta o subdolamente facendo riferimento a loro parlando con terzi.

E’ anche questo un giochetto per personalità disturbate con una forte propensione al narcisismo, con profondi problemi relazionali e frustrazioni o traumi subiti in età infantile, che scaricano tutta la loro rabbia repressa su persone totalmente incolpevoli o con l’unica colpa di essersi trovate ad essere state designate da costoro per fungere da vittime predestinate.

Il più delle volte si tratta di persone che nella vita svolgono professioni anche di rilievo, che devono mostrare una faccia e ed un atteggiamento cordiale ed educato ma che covano una profonda rabbia sociale che sui social (appunto) trovano un modo di sfogare.

Ci sono anche quelli che si pavoneggiano usando il proprio vero nome, ma raccontandosi fino allo stremo delle sopportabilità, dicendo di sé le meglio cose (anche inventate), pietendo la solidarietà degli altri raccontando episodi veri o inventati di disavventure sia sentimentali che di lavoro in modo da formarsi una cerchia di “amicizie” che poi usano per scagliarsi contro coloro i quali osano argomentare con loro su alcune delle loro posizioni. Sono persone che posseggono una certa cultura e la usano per impressionare soggetti deboli, che si ritengono culturalmente inferiori e quindi manipolabili per i fini che questi personaggi vogliono perseguire.

In genere il fine principale è quello di primeggiare, di passare per persona integerrima, di chiarissima fama e di grande cultura: insomma quel personaggio di tutto rispetto e rispettabile che non sono riusciti ad impersonare nella vita perché il più delle volte, sono proprio l’opposto di come si descrivono: cioè come si direbbe volgarmente delle mezze calzette con molta superbia e anche maggiore vanagloria. E non esitano  ad attaccare, aiutati dagli “amici” tutti coloro i quali hanno anche solo intravisto la falsità dietro questo comportamento e cercano di rivelarla agli altri. Allora si trasformano da personaggi delicati, educati  democratici e rispettosi in jene capaci di sbranare (metaforicamente) l’avversario scagliandogli contro le peggiori infamie, magari celate dietro termini dotti e circonvoluzioni stilistiche per non dare troppo l’impressione di stare attaccando ma, quasi di andare in loro aiuto per impedirgli di mettersi in cattiva luce rispetto al gruppo.

Sono persone capaci di sfoderare un’ipocrisia e una perfidia esplosive e dirompenti ma che riescono spesso a far passare per “passione civile” o addirittura “solidarietà e compassione umana”.

Si rivelano però degli adulatori perfetti quando hanno a che fare con persone che gli possono garantire un posto dove mettersi in luce, come ad esempio direttori di rubriche giornalistiche o blogger di successo, allora sfoderano una malizia e una capacità di blandire e raggirare da fare venire il voltastomaco.

Sono capaci di plagiare spudoratamente copiancollando pezzi di altri dei quali si guardano bene di citare il nome ma se ne servono per comporre “pezzi di bravura” che sottoscrivono come usciti dal loro ingegno per stupire i gonzi che gli credono. E a cascarci sono in molti.

Io penso che la rete sia un mezzo formidabile di comunicazione con una gamma immensa di possibilità ma trovo che l’infiltrarsi di alcuni sgradevoli personaggi, come quelli descritti, ne abbassi molto il livello e la tramuti in un posto nel quale bisogna “navigare” con gli occhi bene aperti per non finire per diventare “pesca miracolosa” per individui che sfruttano un mezzo cosi potente e aperto a tutti per i loro fini a dir poco disdicevoli.

 

2 commenti su “I megalomani dell’web”

  1. Mariagrazia,  ottima disanima di certi personaggi ambigui che hanno libera facoltà di circolare nel mondo virtuale, coperti una o più maschere.
    Tra gli aforismi di Oscar Wilde ce n’è uno che dice:
    “Datemi una maschera e vi dirò La verità”.
    Doppio significato:
    dico la verità solo se non sono riconoscibile, perché temo ritorsioni;
    oppure, mostro quello che realmente sono, solo se non vengo riconosciuto e proteggo quell’immagine sociale falsa che mi sono costruito.
    Generalmente chi frequenta il web non teme vendette, è quindi la seconda ipotesi che verosimilmente lo spinge.
    a nascondere la propria identità.

    E fin quando è solo un “vezzo” e ci si limita a discutere civilmente, come in molti casi avviene, poco male.
    Ma piu spesso, l’uso del nick spinge a dare stura al peggio di sé, a ricorrere all’insulto, al turpiloqio, a dileggiare l’interlocutore, a fare affermazioni incaute, ad esagerare, a mentire, a sopraffare intimidendo, omologa un bullismo deleterio.
    È il “licet insanire” del Carnevale esteso a tutto l’anno, una sorta di schizofrenia a tempo indeterminato.
    E le consguenze, nei casi estremi, possono essere fatali.

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