Si sono venduti Italo, lo chiameranno Amerigo. Prendi i soldi e scappa ad Alta velocità, hanno pensato quando hanno visto il mucchio di quattrini che gli americani gli hanno messo sul piatto. Si poteva dire di no? Una proposta troppo allettante e la cordata dei capitani ingordi si è presa i soldi, una barca, anzi un treno di soldi. Pazienza, avremo l’Italo americano. Che problema c’è? Andava a gonfie vele, anzi no, correva che era un piacere, anzi no, filava come un treno. Luca Cordero e Diego Della Palma (dell’ipocrisia), mi hanno deluso. Non che prima ne avessi una folle stima, ma insomma, nel loro grande, anzi immenso, soprattutto il secondo, il made in Italy lo hanno, se non altro, a fasi alterne, sostenuto, pubblicizzato, e pure sfruttato. E adesso? Davanti a un bel pugno di dollari, l’amor patrio è crollato come un castello di sabbia. Ma chissenefrega del made in Italy, su andiamo. Intanto però le linee dei pendolari hanno le pezze al…cioè, i rattoppi fatti con lo scotch e i treni deragliano. Ma quelle non hanno il prestigio di Amerigo, vuoi mettere? That’s all folks!
I treni Italo sono fabbricati dalla ALSTOM, che è francese.
solo per completezza d’informazione.
dal sito La Repubblica.it
“(Teleborsa) – A un anno dalla firma del contratto e dalla presentazione del design Alstom e Italo svelano il primo veicolo del nuovo Pendolino Italo.
Il treno è progettato e costruito nel sito di produzione Alstom di Savigliano (CN), eccellenza nella produzione di treni ad alta velocità ed esempio di fabbrica 4.0. I dodici Pendolino andranno ad accrescere la flotta di Italo, portandola così dagli attuali venticinque treni AGV a un totale di trentasette treni prodotti da Alstom. I primi treni entreranno in attività fra dicembre 2017 e marzo 2018, integrandosi perfettamente con i venticinque AGV, treni all’avanguardia dotati dello stesso sistema di trazione del treno, che il 3 aprile 2007 ha stabilito il record mondiale di velocità su rotaia a 574,8 km/h”
Che siano prodotti a Savigliano o a Roccaficuzza sempre Alstom è. E marzo 2018 è domani. Dove sono i treni?
Di che anno è la grida di Repubblica?
Da Repubblica.it : “Puó portare fino a 500 persone, è completamente Made in Italy e permetterà a Ntv di aumentare le corse giornaliere sulla a Milano-Roma. E’ il nuovo Pendolino Evo presentato da Ntv nel deposito ferroviario d Trenord a Expo Ferroviaria. Sono 12 i nuovi treni prodotti da Alstom, 4 saranno in servizio da dicembre: “Avremo un nostro treno ogni 30 minuti da Roma a Milano – ha detto il presidente di Ntv Luca Cordero di Montezemolo – con i nuovi che andranno anche a Verona e Bolzano”. Presente anche il ministro Graziano Delrio che ha presentato anche i nuovi treni regionali Pop di Trenitalia con l’ad di Ferrovie Renato Mazzoncini e l’ad di Trenitalia Orazio Iacolo. Nuovi treni che per i pendolari significheranno molto con il 70% della flotta di Trenitalia che sará ringiovanita.
a cura di GERARDO ADINOLFI”
03 ottobre 2017
L’articolo precedente portava la data 15.12.2016.
Meno male che Luca Cordero di Montezemolo non ha avuto l’incarico dell’Olimpiade di Roma, altra abbuffata mancata per lui.
Trovo però che le Olimpiadi siano un’occasione mancata.
Di solito ci comprano “a peso” compagnie mandate in fallimento da industriali imbelli e manager disonesti, stavolta si sono comprati a caro prezzo una compagnia che va bene e fa utili: non vedo il dramma. L’Italia si è ricomprata occhiali e amari e dolcetti senza scandali (e purtroppo senza neppure festeggiamenti, ed è un peccato perchè sono buone notizie).
Amor patrio? In una società che si sfonda di chat su twitter e facebook con smartphone cinesi comprando su Amazon e cercando di trasformare le università in “dependance” anglofone di multinazionali in cerca di tecnoschiavi? Non è chiedere troppo a Luca Cordero e Diego Della Palma?
Esiste anche Alstom Italia.
1998: Nasce Alstom Italia, dall’acquisizione da parte di Alstom di SASIB Railway di Bologna (fondata nel 1933), delle sue unità di Verona, Bari e Guidonia (Roma) e delle controllate in Europa e Stati Uniti.
2000: Alstom acquisisce Fiat Ferroviaria (attiva dal 1880, in Fiat dal 1970) e le sue controllate Elettromeccanica Parizzi (fondata nel 1955) e Fiat-Sig (Svizzera), fuse e rinominate Alstom Ferroviaria.
2004: Alstom si aggiudica uno storico contratto per la Cina. Il Ministero dei Trasporti cinese ordina 60 treni EMU basati sul Pendolino (ma senza tecnologia “tilting”). La commessa è gestita dai siti di Sesto San Giovanni (Milano) e Savigliano (Cuneo).
2005: Il 19 dicembre si inaugura ufficialmente la prima tratta della linea ad Alta Velocità Roma-Napoli: è la prima linea in Europa dotata del nuovo sistema di segnalamento ERTMS (European Rail Traffic Management System) di Livello 2, sviluppato in Italia da Alstom.
2008: Alstom si aggiudica un contratto per la fornitura di 25 treni ad altissima velocità AGV ad NTV, primo operatore privato per l’alta velocità in Italia.
2011: Alstom completa l’acquisizione, iniziata nel 2008, della Osvaldo Cariboni Lecco SpA (fondata nel 1908), specializzata nei componenti per catenarie.
2012: Alstom si aggiudica la gara pubblica bandita da Trenitalia per 70 nuovi treni regionali Coradia Meridian, destinati a rafforzare e rinnovare il servizio regionale in tutta Italia.
Comunque non contano solo i capitali, conta il know-how, i progetti, l’engineeing, le maestranze. E non contano solo i treni ma il complesso dell’azienda.
Da un’intervista a Luca di Montezemolo sulla vendita di Italo
(di Nicola Saldutti)
“Il gruppo Usa rappresenta un grande segnale di ottimismo verso le possibilità del nostro Paese, un atto di fiducia particolarmente importante in momenti come questo”.
“quando abbiamo comprato i convogli Alstom abbiamo ottenuto che fosse la fabbrica di Savigliano a costruirli. In Italia, e la cassa integrazione è stata azzerata”.
“Quando in tutta Europa si aprirà la concorrenza, Italo, per General Infrastructure, sarà la piattaforma di lancio per espandersi. La cifra enorme che hanno investito dimostra che hanno intenzione di crescere e sviluppare questo business”.
Alla domanda se gli Americani sono davvero una garanzia;
“Dopo l’acquisto da parte di General Electric, il Nuovo Pignone è cresciuto di tredici volte. Mi sembra un bell’esempio. Hanno deciso di investire perchè credono nell’Italia. Più di molti altri che lo dicono nei convegni ma poi non investono un euro”.
Se l’Italia comincia ad attirare capitali stranieri è un buon segnale.
Non amo Montezemolo, non credevo nella loro proposta, ma ora devo ammettere che hanno fatto bene e hanno raccolto i frutti di un business difficile e rischioso. Why not ?
Altra cosa è il Trasporto Locale, qui deve sedimentare il concetto che è a carico delle Regioni che devono provvedere. Sperare o credere che un privato approcci questo traffico con queste rese passeggero/km è pura illusione.
Certo, why not? I rischi vanno premiati ma io avrei preferito che Italo rimanesse in mani italiane. Ci saranno benefici dalla vendita a Gip, il consorzio americano che probabilmente espanderà e migliorerà il servizio, almeno si spera.Ma rimane un pizzico o forse anche di più di amarezza, per tutti i brand italiani finiti in mano a stranieri. Questo è il mercato e la globalizzazione, bellezza, direbbe qualcuno,ma perché le reti per i pendolari che sembrano essere in espansione, non vengono prese seriamente in mano e date magari ad investitori seri e non palleggiate tra regione e Trenitalia che alla fine lasciano il degrado che c’è e lo abbiamo constantato con l’ultimo gravissimo incidente? Forse il pendolari non hanno diritto al prestigio dei pendolini rosso amaranto? Devono viaggiare insicuri, strizzati come sardine in convogli spesso sporchi e malandati, perchè? Onore al merito della “cordata” ma avrei preferito che Italo rimanesse Italiano.
A proposito di trasporto ferroviario in Italia, la differenza tra Nord e Sud è impressionante ed emblematico della sussistenza di in Paese spaccato in due.
La Sicilia in particolare ha una rete ferroviaria pari a quella di un secolo fa, in massima parte a binatio unico e solo in minima parte elettrificata.
Altro che alta velocità e Italo.
Cito alcuni.passi sihnificativi presi da Wikipedia:
“La Sicilia, le cui strade ferrate, tutte o quasi progettate o risalenti alla seconda metà dell’Ottocento di cui alcune addirittura realizzate o iniziate solo nel ventennio di governo fascista(…), hanno subito poche e limitate opere di riqualificazione e alcune sono state abbandonate a sé stesse condannandole ad una obsolescenza irreversibile. Dagli anni ottanta in poi sono state realizzate solo alcune tratte ferroviarie afferenti alle grandi città dell’isola(…) Gli ammodernamenti dei nodi attorno alle due maggiori città dell’Isola sono stati costruiti con lentezza e sembrano ancora lontani dall’essere completati (…)Molti lavori eseguiti o iniziati vennero definitivamente abbandonati negli anni cinquanta del XX secolo (…) Allo stato la rete regionale avrebbe bisogno di una profonda riprogettazione dei tracciati in funzione delle nuove esigenze di mobilità, del collegamento con, e tra, gli scali aeroportuali e del trasporto merci intermodale.”
“Bisogna considerare che le condizioni di dissesto idrogeologico della Sicilia provocano sovente degli smottamenti, ben visibili a chi percorre la rete di strade statali e provinciali dove causano forti dislivelli del piano stradale da percorrere a passo d’uomo. Sulla rete ferroviaria, il cui piano stradale è, in molti casi, ancora quello del secolo scorso con i rilevati in cattive condizioni e mai risolti problemi di drenaggio della massicciata, tali eventi provocano spesso l’interruzione del traffico o nei casi meno gravi dei rallentamenti che disturbano la regolarità della corsa dei treni.”
Come sarà possibile sperare in un rinascita del Sud?
lE SUE DOMANDE SONO LEGITTIME. Cerco di darLe alcune risposte
I vettori (privati o a capitale dello Stato come Trenitalia) HANNO ACCESSO ALLA RETE GESTITA DA rfi. Il Trasporto Locale , che è una parte del business è affidato alle regioni, sono loro che acquistano dai vettori il servizio. Dovrebbero fare dei tender, o gare, in realtà vanno sempre deserte e poi si chiama Trenitalia. Gli ultimi dati che avevo era di un offerta di 0,125 cent/km/pass contro gli 0.17 che si dava al trasporto su gomma . Moretti sosteneva che con 0,17 avrebbe fornito un servizio con carrozze e locomotive nuove. Non ci sono molte regioni che investono in ferrovia, la Sicilia è tra le ultime. In GB la redditività è di 0.22 senza locomotiva, in Germania oltre 0.20.
Il FVG ha investito molto come il Veneto e si vede.
Non si faccia fuorviare dalle grida manzoniane: la rete italiana è tra le più sicure al mondo, il suo sistema di sicurezza per la circolazione è molto avanzato. I morti sono pochi, ma il 95% di esso è per investimenti . Sono statistiche europee certificate, non di parte.
Personalmente anch’io vorrei una ferrovia italiana, ma ormai rimarrà un sogno. Se poi guarda quanto costa un biglietto di traffico locale in Germania , Svizzera o GB vedrà la differenza esorbitante.
Se l’argomento le interessa non esiti a contattarmi: sarà per me un piacere discuterne.
Grazie. Sono contenta che la nostra rete ferroviaria sia sicura, pur con le enormi differenze tra nord e sud, ma credo sia giusto che un pensiero vada alle vittime dell’ultimo disastro ferroviario di cui oggi si apprende (ma già era intuibile) che la causa del deragliamento è stata la scarsa manutenzione. Ecco mi piacerebbe che non si lesinasse soprattutto su questa e neppure sui nuovi treni per i pendolari e che entrasse lo stato di più dove è possibile per rinnovare e manutenere. Il grado di civiltà di un paese si vede anche dalla qualità delle sue infrastrutture.
Non metterei le mani sul fuoco sulla ragione della rottura della rotaia. La manutenzione si fa sempre e comunque, gli importi sono molto elevati. Ogni notte due ore sono dedicate a sostituire rotaie e rifare massicciate. Spesso si parla per slogan o luoghi comuni.
Per inciso mi sono dimesso da Trenitalia dieci anni fa.
Infatti si sente la sua competenza. L’incidente di Pioltello comunque sembra causato da scarsa manutenzione, il ritrovamento di una zeppa di legno sul punto in cui il treno è deragliato non depone a favore della manutenzione, almeno in quella zona. Di recente sono passata proprio su quella linea e ho avuto modo di constatare quello che mi è sembrato uno stato di incuria. E’ sperabile che fosse solo una mia impressione errata. Però…
A supporto di quanto detto, che il campo del trasporto su rotaia è tra i più emblematici di un’Italia spaccata in due, riporto il raffronto dei dati della rete ferroviaria, tra Sicilie e Lombardia:
Linee elettrificate a doppio binario
Lombardia 857km
Sicilia 203 km
Elettrificate a singolo binario
Lombardia 596 km
Sicilia 588 km
Linee non elettrificate
Lombardia 283 km
Sicilia 578 km
Totale chilometraggio
Lombardia 1736 km
Sicilia 1369 km
Questi sono dati relativi solo alla rete. Non parliamo dei vettori, dei tempi di percorrenza, e dei sistemi di sicurezza..
Però la nostalgia della vecchia vaporiera rimane:
https://www.poesie.reportonline.it/poesie-di-giovanni-alfredo-cesareo/poesia-di-giovanni-alfredo-cesareo-la-locomotiva.html
Notevoli i versi onomatopeici ,
con i quali la locomotiva sembra avviarsi nel suo cammino:
Dietro
qualche
vetro,
qualche
viso
bianco,
qualche
riso
stanco,
qualche
gesto
lesto;
Scusate se ho introdotto nel discorso tecnico una nota poetica