Il senso della democrazia

Manca poco al voto. Il panorama è desolante. Fa freddo da nord a sud. Il 4 di Marzo rappresenta molto per noi. Forse una vera svolta nella politica e nel paese o forse la solita minestra riscaldata?

C’è più di qualcuno che vorrebbe propinarcela, magari con qualche ingrediente nuovo per farla sembrare più appetitosa.

E’ desolante sapere che ci sono tanti partiti e tanti leader e tutti (o quasi) ripetono all’infinito sempre le stesse bubbole. Io la mia idea me la sono fatta e voterò senza tentennamenti o riserve. E mi auguro che in tanti non si astengano da quello che è un dovere di ogni cittadino. Anche se capisco che, per molti italiani, la politica rappresenti un film visto e rivisto.

Ma c’è la novità ed è rappresentata da due personaggi che sono entrati negli ultimi mesi quasi a valanga in scena: Di Maio e Salvini.

Entrambi corrono per la premiership.

Ora, se me lo avessero detto qualche anno fa, mi sarei fatta una risata e avrei dato del matto a chi me lo diceva.

Il primo è un ragazzo di 31 anni entrato in politica grazie alla bella spinta datagli dal Movimento Cinquestelle, questo fantomatico partito nato dalle idee di Casaleggio e di Beppe Grillo. Niente di male, tutti possono, in democrazia fondare un partito se hanno abbastanza seguito. Ma un partito che si basa sul “Vaffanculo” come parola d’ordine mi pare che lasci aperte molte questioni circa la propria democraticità.

Ma, si dirà, che era un modo per aprirsi la strada…ma sempre una parolaccia è. Un modo di dire, vero, un modo di esprimersi, anche vero. Ma, scusate , un modo molto, ma molto poco democratico. Sarebbe bello poter mandare affan…tutti quelli che non ci piacciono. Ma la democrazia vuole che si discuta e si presentino le proprie teorie e si rispettino quelle degli altri e si arrivi, se si vuole, ad una sintesi.

Ma se parto già mandando affan…l’interlocutore, si capisce bene che il dialogo comincia già monco.

Poi, tutta la storia della democrazia diretta, dei rimborsi, dei guai della sindaca Raggi (sia operativi che giudiziari), le regole fissate da Grillo a cui il partito si deve attenere,,,e molto altro, cosi, a prima vista, mi danno tutta l’impressione che la democrazia sia in difetto grave. E non vorrei mai vedere al governo qualcuno che non ha ben chiaro che cosa sia o quantomeno non possa adempiere ad essa per restare fedele alle regole del partito di appartenenza.

Quanto poi alla capacità di guidare un paese da parte di un giovane di 31 anni senza alcuna esperienza, se non quella fatta tra i banchi in Parlamento, mi sembra che ci sia molto da obiettare. Ci sono ragazzi italiani plurilaureati che emigrano in cerca di un lavoro qualsiasi, questo, al contrario rimane e si cerca un bel posticino…al governo.

Forse lievemente raccomandato?

Passiamo a Salvini. Peggio mi sento. Si è notevolmente ripulito, ha una faccia da buon cristiano (bacia persino i rosari) ma…e poi? Vuole andare al governo. Vuole comandare il “capitano”. ma la nave Italia è già abbastanza mal ridotta con lui al timone rischia davvero di colare a picco e forse non sarebbe un male, finalmente gli italiani troverebbero approdo ad Atlantide.

Quanto credo al suo senso della democrazia? da 1 a 10? Sottozero. Non credo sappia bene cosa voglia dire. E non credo neppure voglia saperlo. Si, ce la mette tutta a farci credere il contrario, apprezzo persino lo sforzo, ma non scherziamo, hanno faticato e sono morti in tanti per farci vivere in un paese libero e democratico e spero che rimanga tale per sempre ma, mi dispiace dirlo, con la Lega al governo ho qualche perplessità sulla tenuta della democrazia come ideale.( almeno quanto con i Cinquestelle).

Perciò se gli italiani voterano in maggioranza per il centrodestra e questa possibilità diventerà concreta, dovremo fare molta attenzione a non scivolare in qualche cosa di diversamente democratico. Tenere la guardia altissima sperando che basti.

Su Berlusconi e i suoi, non mi pronuncio, dico una cosa sola: Bunga Bunga. Per non dimenticare.

 

 

Venezia e i suoi cieli

 

Venezia, inconfutabile teoria,

forma conosciuta, desiderio

e sogno cui il tempo non ha

posto limiti.

Deserto dallo spirito ardente,

irrisolvibile rebus,

Intangibile fenomeno della mente,

vurtù della passione.

Puro, limpido, sconosciuto,

inaccessibile dono.

Fonte inestinguibile di bellezza,

respiro d’infinito

nei suoi tanti cieli.

Indicibile bugia

tormentata verità,

Ad ogni passo

ad ogni respiro

mutevole.

Capovolta la sfera

scende la neve

sul campanile

e la piazza diventa

pianura d’orgoglio.

 

Venezia  sta per essere fagocitata da una marea umana inarrestabile e da una speculazione che la vorrebbe ridotta a “Veniceland”: un parco dei divertimenti, un albergo diffuso, una giostra ininterrotta.

Le grandi navi incombenti che deturpano un paesaggio trinato, incantato, delicato come pochi. O come nessuno.

Venezia è un’opinione non una città. Ma non un’opinione qualunque. E’ un’idea materializzata, fragile ed evanescente. Che va difesa, ad ogni costo.

Non ha difese se non la tenacia di chi lotta per la sua salvaguardia. Ma non basta. Bisogna fermare subito questa follia. O non basteranno le lacrime dell’universo per piangere sulla sua rovina.

Armatevi e insegnate!

Mentre c’è chi si chiede per quali motivi la Russia avrebbe aiutato Trump a entrare alla Casa Bianca, lo stesso si trova davanti ad una delegazione di genitori e compagni delle vittime della scuola in Florida, dove 17 studenti sono stati massacrati, da un ex studente della stessa scuola. E Trump (a quanto pare aiutato dalla Russia a guidare la più grande democrazia mondiale) non ha trovato di meglio che proporre di armare gli insegnanti.

Armare gli insegnanti, cioè fargli assumere il ruolo di guardie armate per difendere gli studenti da dei pazzi che possono entrare liberamente a scuola e fare una strage. Davvero una grande trovata. Meno male che, quando in campagna elettorale la tanto vituperata Hillary Clinton aveva detto che Trump avrebbe portato le armi nelle scuole, lui aveva twittato che era pazza. Ora l’America, anche grazie ai russi che hanno tutto l’interesse a indebolire le democrazie occidentali (economici e politici), si ritrova con un presidente che fa di queste proposte oscene. Invece che promettere una seria campagna anti armi in tutto il paese, lui propone di venderne ancora di più e di armare civili che hanno altri compiti che quelli di difendere gli studenti dai pazzi che girano armati di fucili a ripetizione. Ma di che cosa abbiamo ancora bisogno per capire che questo personaggio è arrivato dov’è per interessi personali e che con la sua “guida” il mondo non può che andare fuori strada?

Capisco che le lobby delle armi, le quali, con tutta probabilità sono state i suoi primi sostenitori, se lui facesse leggi per fermare la vendita indiscriminata, se ne avrebbero a male. Ma, ora è lui il capo della Casa Bianca, è lui quello che avrebbe la possibilità di mettere un freno a tutta questa assurda violenza  che si scaglia contro cittadini inermi. E lui che cosa fa? Vuole armare gli insegnanti.

Davvero un genio. E si porta pure la nota con scritto: “I hear you”. Andare a braccio sarebbe stato troppo faticoso per la sua emotività.

 

PS: pubblicato oggi su: “Italians” del Corriere dellea Sera.

Adulatori

“Luogo è in inferno detto Malebolge,
tutto di pietra di color ferrigno,
come la cerchia che dintorno il volge…
Di qua, di là, su per lo sasso tetro
vidi demon cornuti con gran ferze,
che li battien crudelmente di retro…

Quivi venimmo; e quindi giù nel fosso
vidi gente attuffata in uno sterco
che da li uman privadi parea mosso…”

 

Ecco il luogo dove Dante ha posto gli adulatori. Insomma i leccapiedi, quelli sempre pronti a genuflettersi davanti a chi gli sembra possa essergli utile in qualche modo. O anche solamente per farsi belli, per sembrare più intelligenti nel comprendere e nel valutare persone, fatti, o qualsiasi cosa che gli conferisca una certa luce e li ammanti di intelligenza critica superiore agli altri.

Superlativi assoluti usati scriteriatamente e sempre con un unico scopo: attirare l’attenzione su di sé. In genere si tratta di persone piccole, meschine, con un’autostima che però trasborda , che non sanno pensare che a se stessi e alle loro personali meschinerie. Con una capacità rara di utilizzare gli altri per i propri infimi scopi.

E Dante li mette giustamente in mezzo allo sterco. Perché non esiste peggiore punizione per chi pensa di accattivarsi le simpatie dei potenti o comunque di chi possa, a sua volta ricambiare adulando allo stesso modo, o addirittura in maniera ancora più marcata, colui il quale ne ha cantato le gesta in modo cosi mirabolante e accattivante.

Frasi come: “Sei un grande”, “meriti una standing ovation”, “davanti a te non sono nessuno”, “sei in grandissimo”…e via di questo adulare, si trovano spesso in contesti dove si più persone si riuniscono e dove si formano invidie, gelosie, ripicche. Dove girano pettegolezzi, dove tutti si guardano di traverso cercando la pagliuzza nell’occhio dell’altro, dove ognuno cerca di primeggiare, di distinguersi e dove non conta l’oggetto della discussione o del contendere ma conta quanti consensi ottiene questa o quella affermazione, più o meno centrata, più o meno intelligente, più o meno arguta.

Luoghi  spesso frequentati da questi personaggi: i leccapiedi, appunto, gli adulatori per dirla in italiano corretto. Si cercano una claque, si intrufolano tra quelli che sembrano essere le vittime privilegiate e iniziano la loro arrampicata verso quello che è il loro obiettivo primario: farsi notare. Farsi notare e farsi “amare”, crearsi un “giro” che sia sempre disposto a difenderli perché sanno che da lui avranno in cambio solo paroline dolci, mielose che solleticano l’infinito bisogno di alcuni (ancora più piccoli e meschini di loro)di sentirsi considerati, vezzeggiati, portati in palmo di mano.

Mentre per i leccapiedi adulare è un bisogno fondamentale perchè non possono vivere senza avere i riflettori puntati H24 verso di loro, gli altri, gli adulati, spesso se ne servono per prevalere su chiunque potrebbe costituire una minaccia al proprio amor proprio costantemente vigile  a che nessuno lo metta in cattiva luce o anche solo in penombra.

In fondo vivono male perché alla base c’è la consapevolezza di valere poco e di non avere la voglia, la volontà e forse neppure la capacità di migliorare e per questo cercano continue gratificazioni e per ottenerle non esitano a sperticarsi in complimenti.

Ma se l’oggetto delle loro attenzioni non sembra gradirle e  anzi ne è addirittura infastidito allora fanno uscire il meglio ( o il peggio di sé) e diventano vendicativi. Si scagliano in tutti i modi contro questo soggetto ritenuto ingrato e insensibile al loro fascino e lo attaccano con tutti i mezzi possibili facendosi aiutare dal “giro” che si sono precedentemente costruiti anche proprio a questo fine.

Sono esseri untuosi e appiccicosi, in genere dotati di intelligenza non troppo elevata ma pratica, in grado di nuocere perché, servendosi della loro capacità di blandire, possono arrivare persino a diffamare il soggetto che non li contraccambia o farne oggetto di stalking o di mobbing se il contesto è l’ambito lavorativo.

Per questo Dante li mette all’Inferno,perché possono diventare molto pericolosi  in ambito sociale e costituire una minaccia ad un suo sviluppo e progresso.

In fondo sono dei repressi che avrebbero bisogno di cure ma sarebbe bene evitarli per non trovarsi ad avere a che fare con le  mille astuzie e i mille macchiavelli che sono capaci di architteare pur di nuocere a chi hanno identificato come potenziale “rivale”.

Dagli adulatori mi guardo sempre e li tengo a debita distanza anche se non sempre sono in grado di riconscerli immediatamente ma, spesso, li individuo in tempo utile per non lascarmi soggiogare.

Peggio di un adulatore c’è solo la gramigna, diceva mia nonna. Come hanno sempre ragione le nonne!

 

P.S: qualsiasi riferimento a persone o cose, é puramente casuale. Of course.

 

Le spalle al muro

il caso Embraco è la dimostrazione, se ce ne fosse ancora bisogno, che le politiche del governo sul lavoro, sono fallimentari.
Troppe “garanzie” per gli imprenditori e gli investitori e troppo poche o nulle per i lavoratori.
Anche in questo caso il governo ha le spalle contro il muro.
Embraco, dopo aver ricevuto ingenti aiuti statali, pagati da tutti noi ed aver dato rassicurazione di mantenere i posti di lavoro, che cosa fa?
Se ne infischia delle rassicurazione ed emigra dove le fa più comodo.
La UE non ha strumenti validi per fermare la delocalizzazione quando, come in questo caso provoca disastri? Ed allora a che cosa serve che Vestager, il commissario alla concorrenza, dica che il caso è serio e che gli stati non devono usare gli aiuti per attrarre investimenti che lasciano a terra i lavoratori di altri paesi?
In pratica sarebbe come dire che rubare è un reato ma senza avere gli strumenti validi per contrastarlo.
Sembra un bel giochino delle parti: ognuno dice la propria, tira l’acqua al proprio mulino ma poi chi resta” infarinato” è sempre il più debole.
E trovo del tutto inutile lo sfogo di Calenda. Lui, nella sua posizione deve garantire il rispetto delle regole e che lo sviluppo economico non finisca per favorire solo chi è già “sviluppato” a sufficienza mentre per i più deboli si apre un baratro.
Un governo serio non può farsi mettere davanti al fatto compiuto e arrendersi all’evidenza dei fatti, ma deve prevenire e contrastare abusi di questo tipo.
Finora tutti gli ultimi governi li hanno solo favoriti e questi sono i risultati.

Affari correnti

“Turatevi il naso”, mettetevi un paio di occhialoni neri e votate Pd. Ci vuole davvero coraggio, meglio prendere un bel respiro per non andare in ipoventilazione.
Anche perché le “ecoballe” non profumano proprio di gigli…
Poi, il giorno del giudizio, tappatevi pure le orecchie perché si potrebbero sentire cose turche provenire da certe bocche (della falsità) per come gli italiani si sono espressi.

Renzi sembra molto ottimista, all’aperto, ma al chiuso, ben protetto da occhi indiscreti, piange. Batte i piedi e sbraita: “Agnè la vogliamo fare finita co’ ‘sta ribollita del cavolo”? Mi devo tappare il naso prima del tempo?Un po’ di sensibilità, in questa casa sono l’ incompreso, ecco perchè poi mi agito e tutti mi dicono che so’ divisivo, è lo stress, maremma bonina”.
Io preferisco sentire l’aria che tira e di turarmi il naso non ci penso proprio, se lo turi chi se lo vuol turare, tanto dalle parti di Liberi e Uguali (per ora) l’aria è serena (dopo la tempesta)…

Beh, il segretario lo ha ammesso, qualche errore sulle liste è stato fatto, però votare Pd è sempre meglio che votare altri partiti (sostiene Renzi), per esempio i pop-ulisti o i quan-qulisti…pardon, qualunquisti, si è trattato di anagramma involontario.

Troppa Settimana Enigmistica.

Ma per votare ci vuole davvero una bella intelligenza e stare attenti alle caselle, per cui allenarsi con l’enigmistica non sarebbe male.

Le studiano sempre più complicate, lo fanno per noi per farci rimanere elastici mentalmente, per farci esercitare la materia grigia. Che cari!

Se vogliamo andare a votare con la benda sugli occhi, facciamo attenzione a non inciampare sull’urna. In fondo, noi italiani, siamo avezzi a questo ed altro, ne abbiamo sentite di cotte, di crude e di bollite.

Basta inserire una forchetta: se passa e non rimagono residui sui denti, vuol dire che la ciambella è pronta.

Se poi non riesce col buco, pazienza, vorrà dire che ci attaccheremo a San Sergio, sperando che non sia parco come al solito e ci dica a quale altro santo dobbiamo votarci per non vedere ancora (san) Gentiloni che rimane in carica per gli affari correnti.

Ne abbiamo le scatole piene di affari correnti. Abbiamo bisogno di una buona impresa di pulizie. Ce la faremo a trovarla?

Per le ecoballe poi…ci stiamo organizzando (work in progress).

Massacro

Non sembrano esserci dubbi: Nikolas Cruz era conosciuto come un disturbato mentale con gravi precedenti  ma nonostante ciò gli è stato regolarmente venduto un fucile a ripetizione  col quale il giorno di San Valentino ha compiuto una strage in una scuola dalla quale era stato espulso a Parkland in Florida.

Non basta. Si è appreso che a Gennaio, l’FBI aveva ricevuto un ‘informazione da qualcuno che li avvisava che Cruz aveva minacciato su Facebook di fare una strage in una scuola.

L’FBI non ha dato seguito a questa notizia e non ha avvisato la sede di Miami, come da protocollo. Lo ha ammesso il direttore Wray del quale  il governatore della Florida ora, chiede le dimissioni.

Trump non sembra essersi agitato più di tanto alla notizia della strage. Ha twittato che si è trattato di un disturbato mentale e che l’FBI non dovrebbe perdere tempo col Russiagate ma interessarsi di più di questi fatti.  Poi, se l’è presa con la Winfrey che sembra decisa a portagli via la presidenza, dicendo che la conosce molto bene e che non oserà tanto.

Insomma, sembra che la strage non lo abbia sconvolto più di tanto e soprattutto non ha speso una sola parola circa la necessità di contrastare la vendita di armi che in America è attuata senza regole.

I ragazzi della scuola che ha subito il massacro, non ci stanno e si scagliano contro il governo e contro le Istituzioni tutte e hanno indetto una grande manifestazione per il 24 Marzo per protestare contro la liberalizzazione delle armi e perché stragi di questo tipo non debbano più avvenire.

17 innocenti sono morti sotto i colpi di un ragazzo evidentemente con gravi disturbi mentali al quale è stato permesso di girare indisturbato con armi potentissime, di entrare in una scuola e di compiere una strage.

Una madre di una delle vittime ha lanciato un forte e commovente messaggio al presidente. Gli ha detto cosa pensa di fare perché i ragazzi possano entrare nelle scuole e sentirsi sicuri di non venire assaliti da un pazzo che li  stermina a colpi di mitragliatore. Quali dispositivi intende attuare perché questi atti orribili  non debbano più verificarsi, perché queste tragedie non diventino allucinante routine.

Questo ennesimo episodio di violenza inaudita potrebbe significare l’inizio di una grande protesta con la quale l’America dovrà fare i conti. Trump potrebbe doversi curare di più dei problemi  legati alla sicurezza dei cittadini piuttosto delle sue beghe personali.  Potrebbe trovarsi a dover rendere conto del proprio operato prima di quanto avesse previsto .Perché non si governa un paese con le chiacchiere e con i tweet e di questo dovrebbe cominciare a prendere atto.

 

E…a te?

In Italia ormai è tutto complicato. Persino chiedere.” come va”? Deve essere anche questo uno degli effetti della crisi.

Gli inglesi hanno la formula: “how do you do”? Alla quale si risponde allo stesso modo:” how do you do”?, oppure “how are you”? a cui, di solito, si risponde: “well” o “not bad, thank you”.

In Italia fare quella domandina cortese  è quasi sempre un azzardo. Si, perché si rischia di venire sommersi da una serie infinita di disgrazie che spaziano, dalla mega bolletta sbagliata, alla multa ingiusta, fino agli acciacchi veri o presunti (ci sono in giro molti ipocondriaci) e allora si apre un mondo.

Cioè ci si sente investiti da una raffica di racconti, più o meno raccapriccianti sul decorso di questa o quella malattia di varia gravità, sugli esami preventivi o a posteriori,sulle terapie in corso o superate con successo ma con estrema fatica; sulle contumelie gettate verso il personale ospedaliero vario, reo di non essere competente o distratto o peggio ancora, privo di umana solidarietà

E questo, di solito, comprende sia il soggetto al quale viene rivolta la fatidica domanda, sia il parentado prossimo o acquisito e  non mancano i casi di narrazioni circa problemi di salute o diversi, relativi al vicino di casa.

E  ci si trova invischiati in un tale groviglio di sensazioni che, il più delle volte, superato il momentaneo e passeggero moto di empatia umana, ci precipita in una sorta di depressione subitanea, non di rado, condita da attacchi preventivi di panico. A me è successo, non so a voi, di stare ad ascoltare  per un tempo che definirei infinito, una persona che mi raccontava i malanni di tutta la famiglia, cugini di terzo grado compresi. Ed alla fine, col fiato corto e la bocca chiaramente secca, finiva per chiedermi con ansia malcelata:” tu… tutto bene vero”?

Inutile dire che ho cercato di diradare al massimo gli incontri, persino quelli fortuiti con persone di questo tipo. Non per cinismo, sia chiaro, ma per legittima difesa. Perché non può darsi, neppure statisticamente, che una persona alla quale tu osi chiedere: “come va”? abbia concentrati in un arco temporale relativamente breve, una serie cosi lunga di problemi di varia e vasta natura da scaricarti addosso come una valanga ogni volta (anche rara) che l’incontri.

Certo, a tutti noi capitano periodi bui, ma sono alternati, di solito, a periodi di calma, non dico di prosperità ma quantomeno, di relativa bonaccia nei quali si potrebbe anche, volendo, se qualcuno ci pone quella domandina cortese, rispondere semplicemente:”non c’è male grazie”.

Con l’accortezza, però, di non chiedere:” e a te”?

 

Voto utile

Chi votare? Vorrei un partito che mi dicesse: faccio quello che tu pensi sia giusto fare. Fidati.
Formula semplicissima no? Niente roboanti promesse, solo: fidati di me. Allora, forse, mi sentirei più tranquilla. Un partito telepatico. Anzi: il Partito Telepatico
Fino ad ora ho votato Pd ora voterei Pt. Non sarebbe una grosso cambio, dopotutto.
Perché io lo so quello che vorrei: vorrei un paese più giusto. Dove ci sia lavoro per tutti, dove tutti paghino le tasse, dove ci sia rispetto delle regole e servizi come scuole,ospedali e trasporti, efficienti.
Non chiedo tanto, dopotutto. Dove ci sia libertà di opinione e dove tutti, ma dico tutti, potessero aspirare a vedere premiati i proprii sforzi.
Dove si lotti contro la criminalità e la corruzione e la burocrazia.
E un paese dove ci sia vera Democrazia.
Chiedo troppo? Non mi pare. Mi pare di chiedere il giusto.
Se il Partito Telepatico, mi soddisfa queste poche ambizioni, sono pronta a votarlo, a dargli il mio voto utile.
Ma per ora non c’è un simile partito, un simile genio di partito deve ancora nascere.
E allora?
E allora voterò chi mi pare, al momento, essere il partito che più mi rappresenta come ideali …lo so che farò ridere qualche malpensante, ma non vedo altra soluzione che votare Liberi e Uguali.
Anche se volentieri aderisco alla Liberta e all’Uguaglianza,sancite dalla nostra Costituzione, il partito, però, avrebbe dovuto essere più chiaro.
Uguali a chi e a che cosa? Perché io, uguale, per esempio a un delinquente, non voglio esserlo.
Perciò, avrei preferito Liberi e Diversi.
Anche per distinguermi dai tanti che si proclamano per la libertà e la giustizia e poi, però, si comportano in maniera contraria a questa logica.
Gli ipocriti, che sono tanti. Quelli che dalla politica cercano solo il qui e ora del proprio personalissimo tornaconto.
Ecco, da quelli mi vorrei distinguere. Perciò propongo a Grasso di cambiare il logo del partito, non più Liberi e Uguali ma Finalmente diversi.
Non ho nulla da spartire con chi mi vuole ancora propinare l’ennesima inevitabile frottola. Quindi . Partito telepatico, finalmente diverso: PTFD.
Fidiamoci.

Grillology

Agli elettori dei Cinquestelle non importa nulla di essere “soddisfatti o rimborsati”. La fede grillina è quasi una dottrina. Grillology non ammette titubanze: “le mele marce vanno gettate nell’immondizia”.

Quanti sono i parlamentari grillini che non hanno versato il contributo al Microcredito per le imprese? Pare, per ora, 8, ma saranno forse un po’ di più. Mettiamo che siano anche solo 8. Sono dei belli e bravi figli di …Grillo.

Hanno preso in giro alla grande la gente e non solo, tutti gli altri grillini loro soci e sodali. Hanno mostrato di aver rimborsato, ma poi si sono intascati il rimborso. E non hanno rubato a nessuno, badate bene, perché i soldi erano i loro. Ma hanno rubato la fiducia degli elettori perché era una promessa elettorale.

Ma volete che, ora che i grillini sono esperienziati politici, non imparino,come prima lezione, che le promesse sono fatte per essere eluse? Ma non mi sorprende nemmeno un tantino cosi, manco una briciola di sorpresa. Ci avrei messo due mani sul fuoco che l’avremmo scoperto, prima o poi. Che faccia, che faccia che hanno i Cinquestelle scadenti. Spergiurano davanti alle telecamere di aver versato e invece hanno solo millantato.

Ma sarà un boomerang, dice il pollaiolo Di Maio (colui che tiene il pollaio). Perchè lo dice? Perché conosce i suoi polli, uno per uno. Sono ragazzi onesti, nella media, nella norma dell’onestà politica. O della politica onesta. (A trovarla).

Perciò a quei gaglioffi (perdincibacco) che puntano le loro ditacce contro di loro, si guardassero in casa. Loro, almeno, lo dicono che sono dei para…spifferi, hanno il coraggio di espellersi a vicenda, di pestarsi i piedi se serve, ma tutto alla luce del sole, in piena trasparenza, con le finestre e le porte spalancate o all’aperto, per le strade, nei vicoli, nelle piazze vere o virtuali.

Quanti altri partiti o movimenti si comportano con questa coerenza, con questa purezza d’animo, con questa sfacciataggine bronzea?

Quanti? Devo ammetterlo, proprio nessuno. Onore al demerito.