Bei discorsi

Mattarella, come d’uso,

questa sera ci dirà: italiani

anno concluso quest’ altr’anno

si vedrà.

Non siam stati troppo male,

si va ben non tutto fila,

le bollette rincarate?

Beh, compratevi una pila.

Lui, davver non può smentirsi

e da buon capo di Stato, ci farà

il suo sermoncino, che da un po’

s’è preparato.

Ci dirà siate pazienti, non mangiate

troppi dolci, fate i bravi con i botti,

piano andate coi liquori che sennò

sono dolori.

Proprio come un buon papà

farà le sue rimostranze

alle nostre debolezze e persino

intemperanze.

Ci dirà che l’anno nuovo forse alfin

ci porterà un governo con i fiocchi,

meglio assai di quello là.

Meglio assai di tutti quanti i governi

da quel dì…

si va ben lo dicon tutti, non si può

che dir così.

Ma io credo che stavolta la tv non aprirò

non lo starò più a sentire, quel che vuole

lui può dire.

Troppe volte c’ho creduto che davvero

il nuovo anno fosse come nei discorsi,

che fan tutti i presidenti, che ci dicon

tante cose e pretendono che noi

gli siam pur riconoscenti.

Questa volta non ci credo, fanno

tutti bei discorsi ma i problemi sono

nostri coi coltelli in mezzo ai denti.

E se a fine di dicembre ci dobbiam

sorbire pure degli emeriti signori

i discorsi roboanti, questa volta non

ci sto e sapete che vi dico?

Altro io non posso fare

che augurar buona fortuna

a ciascuno e a tutti quanti.

5 commenti su “Bei discorsi”

  1. Odio questo anno! Dicevano che le cose sarebbero andate meglio, ma non è vero! Questo non mi sembra per niente un anno nuovo… SECONDO ME, CI HANNO RIFILATO UN ANNO USATO!

    [Lucy van Pelt]

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  2. Una decina di minuti è durato il discorso di Mattarella.
    Cosa ha detto in breve?
    Ha ricordato i settanta anni della Costituzione, s’è rallegrato che la legislatura è andata a compimento naturale, e che finalmente si voterà con una legge elettorale omogenea per i due rami del Parlamento.
    Ha esortato i giovani nati nel 1999 ad andare a votare, ricordando come altri giovani, diciottenni, nati un secolo prima, andavano invece a combattere.
    Ha detto che pace, libertà, democrazia, diritti, vanno difesi sempre e da parte di tutti, specie da chi fa parte delle istituzioni, senza dimenticare i sacrifici fatti da altri per conquistarli;
    occorre tenere ben presente l’orizzonte del futuro e sapersi misurare coi cambiamenti;
    ha ribadito che il lavoro è la prima e più importante questione sociale; ricordando i terremotati ha assicurato l’impegno per la ricistruzione;
    in risposta a chi prova un senso di risentimento verso il Paese, ha detto che lui conosce un’altra Italia che si impegna ed è fiducioso che i problemi verranno superati.

    Ha detto queste parole nella maniera sobria che conosciamo.
    Sarà pure buon profeta in Patria?

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  3. Si è una persona sobria, sobrio lui, sobrio Gentiloni, tutti sobri, viva la sobrietà.
    Siamo passati dall’ubricatura dell’iperattivismo di Renzi alla sobrietà in coppia dei due presidenti. Certo la sobrietà e la semplicità sono belle, ma bisogna vedere se sotto alla sobrietà c’è dell’altro.
    Il lavoro è la prima questione sociale, bene, cosa detta capo ha.
    E poi? Ha detto tutte cose di buon senso, ma è sembrata la solita giaculatoria, niente di più né di meno.
    Avrebbe potuto dire di più e di meglio? Forse. Ma non si ingerisce, rimane dentro i propri stretti confini, pacato e quasi timido. Eccezionale se pensiamo alla protervia di certi personaggi ma inconcludente se pensiamo al periodo difficile in cui ci troviamo.
    Se pensiamo che la legge elettorale uscita dopo una serie infinita di dispute, varrà a rimettere dei nominati dei partiti in parlamento e infatti ci sono le code agli sportelli.
    Varrà a far passare partitini che se non superano la soglia avranno attirato voti alla coalizione di appartenenza.
    Varrà a fare in modo che non ci sia un governo ma tre partiti quasi sullo stesso piano che si devono contendere la leadership, insomma un caos.
    E Mattarella può dire quello che vuole, la politica va oltre e se ne infischia dei suoi proponimenti. Lo abbiamo visto sinora e non sarà molto diverso in futuro.

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  4. La Presidenza della Repubblica, ha dei poteri molto limitati in una situazione di stabilità politica e di normalità del Paese.
    Ne ha sicuramente di più in caso di crisi istituzionali, disapplicazione della costituzione, pericoli di golpe, insomma tutte la volte che si dovesse profilare un attentato alla Costituzione.
    Nel campo strettamente politico, può contare sulla “moral suasion”, sull’autorevolezza della carica e della persona. Non aspettiamoci miracoli.

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