Crollano le nascite. Ma guarda! C’è preoccupazione per chi pagherà le pensioni. Ma chi ci andrà in pensione? Ogni anno spostano l’età di un anno. Solo i lavoratori appartenenti alle categorie gravose o usuranti gli altri, ciccia. Lavorate fino alla morte.
Ma se le donne si stancano di figliare, definitivamente, c’è un problema ancora più grave. Si ferma il mondo e non possiamo neppure chiedere di scendere. Ma si sono stancate o hanno tirato talmente la corda che le donne giovani si sono dette: sai che c’è? Fateveli voi, signori uomini, i figli, se noi donne siamo sempre messe in fondo alla fila e non riusciamo a trovare lavoro e siamo le prime ad essere licenziate, mobbizzate e sottopagate. Se poi ci dovessimo pure mettere in testa di figliare, non ne parliamo.
C’è la crisi? Ebbene? E chi la deve pagare, subire, intestarsela, farla propria senza neppure osare protestare? Ma naturale, le categorie più deboli: i giovani, gli anziani e le donne. Le donne. Sissignori, le donne.
E si sono stancate. Preferiscono non sposarsi, non figliare e vivere beatamente la propria vita infischiandosene del futuro dell’umanità. Fanno bene? Non credo, ma questo è un altro discorso.
Come ci si possa mettere a fare figli in un epoca come questa è davvero una domanda che richiederebbe un team di sociologi per rispondere.
L’Italia non sfugge a questa regola: meno lavoro, meno figli. Certo non è ipotizzabile un futuro basato sul lavoro precario di una ipotetica coppia, magari entrambi i componenti laureati e con un lavoretto da 350 euro al mese, rinnovabile o cancellabile dalla sera alla mattina. E certamente l’ipotetica coppia non può pensare di gravare sulle spalle dei genitori, o addirittura dei nonni per tutta la vita: è umiliante. Non solo, dispiace rivangare e riprendere il tema di questi giorni: la violenza sulle donne. Ma oggi stesso veniamo a conoscenza di un altro assassinio di una donna da parte del compagno che aveva finto un infortunio sul lavoro per suicidarsi dopo che aveva ucciso la moglie, sembra perché questa lo voleva lasciare. Forse si era accorta che era un violento?Ormai sono casi in fotocopia che si rincorrono quasi giornalmente.
E allora come fanno le donne, soprattutto le più giovani a fidarsi di legarsi ad un uomo che potrebbe rivelarsi il loro potenziale assassino?E questo non è un problema relazionale di poco conto.
Ma quello che impedisce ai giovani in generale di pensare a formarsi una famiglia è proprio la situazione del lavoro.
Disastrosa. E di questo ha colpa la crisi, si, ma soprattutto ne ha colpa la politica di questi ultimi decenni. Che poi, se vogliamo sta dietro alla crisi.
Le mance, i bonus, le elemosine chiamate come si vuole, con quelle ridicole definizioni (ma chi chiama bebè un neonato, di questi tempi?), ricordano molto politiche stracucche buone per i cucchi.
Ma la colpa delle culle vuole, naturalmente ricadrà come sempre sulle donne. Non hanno fantasia de lavorà, dirà qualcuno, sono egoiste, pensano al trucco e al tacco…
Puo darsi che ci sia anche questo, ma dietro c’è un tempo lunghissimo di sopraffazioni evidenti e nascoste. La donna apprezzata sul lavoro perché, di solito, si da molto più da fare dei colleghi maschi perché sa di dover dimostrare di più di loro di saper fare, proprio perché donna e quindi ritenuta, ancora, nel 2017, soggetto più fragile, meno determinato, con scarsa capacità di resistenza… Ma quando mai?
Prendiamo ad esempio una donna che lavora (se è fortunatissima) a tempo pieno e con marito e almeno un figlio.
Si dovrà fare in otto, sia sul lavoro che in famiglia per arrivare a notte fonda con la lingua fino a terra dalla stanchezza e dallo sconforto e trovare ancora chi le dice: “hai voluto la bicicletta”? Ma deve tirare fuori una forza incredibile.
Certo ci sono le eccezioni, c’è anche chi è fortunata ed ha un’autostrada davanti,soprattutto la famosa figlia o moglie di… ma per la generalità delle donne, la vita è una strada in salita con qualche piazzola di sosta dove c’è appena il tempo per riprendere fiato, fare figli richiede una ampia capacità polmonare. Ci devono pensare bene se la possiedono e prendere molti bei respiri profondi.
MGG, mi spiace, ma non capisco questo tuo cronico astio e rancore verso i maschi, sempre e comunque, quali esseri egocentrici ed egoisti, in ogni caso pronti a prevaricare le donne, a svilirle, a farle sentire persone di serie C, da sobbarcare di doveri e senza diritti, da opprimete solo di responsabilità pesanti. E tutto ciò senza mai donare loro una minima quantità e qualità di affetti, di amore, di condivisione e compartecipazione umana nei loro confronti.
Io in famiglia non ho mai assolutamente avuto esempi del genere, ed ho sempre proseguito su questa linea. Ho sempre aiutato in casa, come padre e marito, non ho mai considerato le donne come servette e colf ai miei ordini, o personaggetti inferiori intellettualmente.
Maschi e femmine non devono considerarsi esseri ostili e in competizione feroce tra di loro, ma siamo degni di amicizia ed amore gli uni per le altre.
Da sempre e per sempre.
Trovo la tua affermazione del tutto fuori luogo e sbagliata. Non nutro alcuna ostilità né astio verso gli uomini, ripeto la tua è un’affermazione del tutto gratuita che respingo decisamente al mittente. La situazione che descrivo rappresenta una realtà che è sotto agli occhi di chi la vuole vedere e non si nasconde dietro stereotipi dettati da esperienze personali. E non pubblicherò altri commenti che non siano attinenti al tema proposto.
Sono più che mai convinta che serva una società fondata sulla comprensione reciproca,e la auspico fortemente, ciò non toglie che i dati a disposizione mostrino altri scenari.
Il fenomeno della denatalità in Italia è sintetizzabile in alcune cifre:
-Negli ultimi otto anni(dal 2008 al 2016) le nascite sono calate del 17,9% (-103 mila nascite circa).
-Dal 2015 al 2016 il calo è stato del 12,5%,
C’è quindi un certa riduzione del fenomeno.
C’è da dire che non tutto è duvuto a cause attuali. In maggior parte si sta “pagando” la fase di contrazione della fecondità del ventennio 1976-1995 (riduzione dei matrimoni: il legame tra nuzialita e natalità è ancora forte in Italia) per cui ci sono meno donne che rientrano nel periodo di fecondità (fissato tra 15 e 49 anni). Insomma c’è stata una “modifica strutturale” della popolazione femminile.
Questo fenomeno e preponderante e incide per 2/3.
Per 1/3 invece incide la decisione delle coppie di avere meno figli a causa della crisi economica, della difficoltà di trovare lavoro, dell’assenza di una politica seria che vada incontro alle famiglie.
Poiché la tendenza al matrimonio è di nuovo in aumento, si prevede per il futuro una ripresa delle nascite
Ultima nota, la media nazionale di figli per donna, è di 1,26; in Sicilia di 1,30; tra gli stranieri resistenti 1, 97.
Mi risulta che dal 2008, anno d’inizio della crisi, le nascite in Italia siano andate progressivamente calando, non solo tra gli italiani ma anche tra gli immigrati. Le cause sono molteplici: dal lavoro che manca o è precario e che non permette di avere fiducia nel futuro, alla crisi della coppia e del matrimonio in particolare, all’assenza di politiche vere a sostegno della famiglia, ad una maggiore possibilità di ridurre le nascite a con la possibilità di abortire, al fatto che la donna partorisce sempre più tardi e quindi non arriva ad avere più di un figlio, alla mancanza di strutture nelle fabbriche, di scuole a tempo pieno, di asili etc. Alessandro in sintesi quello che affermi anche tu. Apprezzo il tuo ottimismo ma non so da dove lo ricavi. La situazione non mi sembra, per il momento, destinata a subire cambiamenti di rilievo.
@Bifani
“MGG, mi spiace, ma non capisco questo tuo cronico astio e rancore verso i maschi, sempre e comunque”.
Bifani non dire falsità offensive, Mariagrazia non ha mai mostrato nessun reancore verso i maschi, ha solo denunciato quei mascalzoni che si permettono di molestare le donne, di perseguitarle e e di violentarle.
Dovresti vergognarti.
Le donne di oggi molto semplicemente non credono più che il matrimonio con relativi figli sia il massimo della vita. Scelgono la loro vita professionale e sanno che è meglio per loro fare altre scelte: non rinunciano all’amore – ma preferiscono evitare incombenze varie che certo non danno felicità alla loro vita. E aggiungo….finalmente!!!!
Nadia, MGG, io vedo in giro certe neo-mamme di una desolante, disarmante nullità, come capacità pedagogiche ed educative, nei confronti di quei poveracci malcapitati che si sono trovati malauguratamente ad essere i loro figli.
I padri, a loro volta, sono dei bamboccioni, ancora attaccati al cordone ombelicale materno, da cui ogni tanto si scollegano per collegarsi a X-Box o Playstation.
Oppure, se uno dei due genitori impreparati è sollecito nei confronti della prole, l’altro guasta regolarmente quanto faticosamente costruito.
Non saprei qui scegliere tra madri o padri privi di doti genitoriali, forse sono più sollecite le madri, ma non sempre.
Io mi sono fatto un mazzo tanto, come pappo-mammo, per 44 anni, mi sono fatto da me, sono un autogestito autogeno.